Per la seconda volta dalla nascita, ecco un nuovo sgombero per il Teatro Pinelli Occupato di Messina. La prima volta era stato quasi un anno fa quando, una nuova esperienze collettiva che prendeva forma attorno la riapertura dell’ex fiera cittadina veniva messa in discussione e repressa. Stamattina arriva il secondo sgombero: le forze dell’ordine si sono presentate ai cancelli della Casa del Portuale, divenuta in questi mesi la nuova casa del Teatro Pinelli, costringendo ad uscire e identificando sei ragazzi che si trovavano all’interno dello stabile. Le carte giudiziarie indicano esplicitamente nel grande afflusso di gente a concerti e spettacoli (e conseguenti problemi di sicurezza) proprio il motivo per cui la proprietà (della Regione ma in maniera poco chiara sotto la gestione di un curatore fallimentare che si occupava della liquidazione dei beni dell’Ente Porto di Messina) e la questura hanno deciso per lo sgombero coatto.
In questi mesi il Teatro Pinelli è stato luogo importante, unico, per una larga fetta non solo di lavoratori dello spettacolo ma anche per giovani, studenti, migranti. Un luogo di incontro, di scambio e di produzione: laboratori, spettacoli e iniziative di lotta (quella NoMuos per esempio) hanno fatto sì che in tantissimi attraversassero lo spazio messo oggi sotto attacco. Troppi, almeno per la questura!
Se le giustificazioni addotte dalla questura messinese non stupiscono e si commentano da sole, curioso resta il fatto che proprio a Messina, città amministrata dal sindaco Accorinti nel segno del “governo dei beni comuni”, della sbandierata relazione con i movimenti sociali, si proceda ancora con sgomberi e repressione. Evitando di fare in queste righe valutazioni complessive sulla politica del No-Ponte Accorinti, resta come dato di fatto che lo sgombero di stamattina dimostra come, ancora oggi, Messina sia governata dalla speculazione edilizia e sociale, dalle solite logiche affariste, dai capitali e loro logiche sottese. Attenzione: va detto che l’atto di stamattina non è stato richiesto dal Comune di Messina che invece ha visto alcuni membri della giunta recarsi fuori dai cancelli insieme agli occupanti. Si palesa però come questi governi “illuminati” non solo non riescano a incidere su atti specifici “istituzionali” come dimostrato dall’avvenuto sgombero di stamattina, ma anche che, in fin dei conti, neanche il dotarsi di assessorati dei beni comuni o di forme giuridiche partecipative muta la sostanza del governo capitalista dei territori. Il chè finisce per ridurre tutto in compatibilità sistemica.
Ai flussi e alle regole del mercato, alla schizofrenia istituzionale e all’incuria pubblica ci si riesce a opporre, nei territori, solo attraverso la costruzione di rapporti di forza che, prima ancora della ricerca di amici, è nell’identificazione dei propri specifici nemici che trovano potenziale e la via per intraprendere una minuziosa e sostanziale trasformazione della cartografia delle nostre città.
Al Teatro Pinelli Occupato va la nostra piena e sincera solidarietà
da InfoAut
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