No alla criminalizzazione dei richiedenti asilo del Cara di Mineo! Si chiuda il Cara della vergogna! Costruiamo un’alternativa di degna accoglienza e di rispetto dei diritti umani e d’asilo!
Da giorni è partita una vergognosa campagna anche mediatica in seguito alle indagini sulla mafia nigeriana nel Cara di Mineo, che ha portato alla recente dichiarazione del ministro Salvini sulla sua chiusura e sulle prossime deportazioni ed allontanamenti.
Il procuratore Zuccaro non essendo riuscito a criminalizzare le Ong delle navi umanitarie, adesso si accorge che un luogo come il megaCara sia criminogeno a causa dei numeri degli “ospiti” (attualmente circa 1200).Eppure negli anni 2013/2015 erano 4000/4500 , ma allora in troppi non se ne accorgevano; c’era chi si suicidava dentro (il ventunenne eritreo Mulue Ghirmay nel 14 dicembre 2013) o chi veniva sgozzata dall’ex convivente venuto dal nord Italia ( la ventiseienne nigeriana Francis Miracle l’1 gennaio 2018). La vicenda del Cara oramai volge al termine. Iniziata male nel marzo 2011 (con ministro dell’Interno il leghista Maroni), proseguita peggio in 8 anni, nei prossimi mesi dovrebbe concludersi con un crescendo di disumanità verso coloro che avrebbero dovuto trovare una degna accoglienza, ma hanno ricevuto all’interno solo pessime condizioni di vivibilità ed all’esterno ostilità, sfruttamento dai caporali nelle campagne del calatino e per le donne abusi sessuali, prostituzione e violenze. Noi sin dalla sua apertura abbiamo denunciato che sarebbe diventato un mega laboratorio di politiche segregazioniste, che tanta sofferenza avrebbe prodotto ai/alle richiedenti asilo.
A 8 anni dalla sua apertura, cessata, per ovvie ragioni, la campagna mediatica dell’albergo a cinque stelle per richiedenti asilo, il Cara di Mineo rimbalza sulla cronaca nazionale solamente per fatti di cronaca nera. Inutile aspettarsi, da parte delle autorità preposte alla sua gestione, una chiara ammissione del loro fallimento. Il dibattito politico e mediatico si arena sempre sulle misure di sicurezza (ma solo per le popolazioni locali “minacciate”, non per i migranti), sulla trasparenza della gestione dopo lo scandalo di mafia capitale. Non una parola sulla condizione dei migranti e delle migranti, sui lunghi anni di attesa necessari per ottenere lo status di rifugiato, nei casi rari in cui lo si ottiene, sui percorsi di integrazione negati a migliaia di richiedenti asilo parcheggiati a tempo indeterminato nel Cara di Mineo al solo scopo di mantenere in vita la struttura ed il megabusiness della pseudo-accoglienza. Oramai è evidente,visto che la gara d’appalto si è fatta sforbiciando il 35% il contributo giornaliero, un ulteriore peggioramento delle condizioni di vivibilità . Il ministro Salvini (con motivazioni diametralmente opposte alle nostre) ha fatto della chiusura del Cara e dello smantellamento della già precaria accoglienza, la sua ragione di vita; il suo vergognoso decreto, ora tramutato in legge, investe solo sulla gestione emergenziale e securitaria . Ed è proprio esasperando fratricide guerre fra poveri ed ai poveri che l’attuale ministro dell’Interno ha costruito e visto crescere il proprio consenso. Dopo avere massacrato le parti migliori del sistema d’accoglienza a livello nazionale (si parla di 15000 posti di lavoro a rischio per gli operatori e di 40.000 migranti fuori da qualsiasi forma d’accoglienza,), nelle prossime settimane verranno allontanate dal Cara numerose decine di migranti, da quelli che hanno riconosciuta la protezione umanitaria a coloro che, grazie alla legge (in)sicurezza di Salvini (compresi nuclei familiari), si troveranno in strada ingrossando così le fila dei senza fissa dimora a Catania ed in Sicilia.
A Roma il 10 novembre scorso in 100.000 si è urlato il nostro no al razzismo ed a Catania l’estate scorsa in migliaia abbiamo manifestato per la liberazione dei 177 migranti sequestrati nella Diciotti e in questi giorni per accogliere i 47 migranti della Sea Watch . Facciamo appello a tutte le soggettività rimaste umane ad attivarsi per organizzare una raccolta d’indumenti e coperte, a far aprire le sedi di associazioni, enti religiosi e sindacati all’accoglienza dal basso di donne, uomini e bambini che arriveranno nelle prossime settimane in città.
Catania città aperta e solidale, Nessuno al mondo deve essere illegale
La storia siciliana ce l’ha insegnato: Emigrare non è reato!
Rete Antirazzista Catanese (catanianofrontex@gmail.com )