Si rinsaldano le trame dell’Internazionale Nera: dalla Liguria al Portogallo.
- novembre 29, 2019
- in antifascismo
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La mattina del 28 novembre le agenzie senza enfasi o approfondimenti battono la notizia di una operazione di polizia contro vari estremisti di destra, detta “Ombre Nere“. Poi nel corso della giornata emergono alcuni altri particolari: il blitz aveva avuto luogo da impulso della Digos di Enna e del Servizio per il Contrasto dell’estremismo e del terrorismo del Viminale, d’intesa con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Ci sono state svariate perquisizioni con 19 indagati. Comunque l’operazione non ha interessato solo Enna ma anche Siracusa, Milano, Monza, Bergamo, Cremona, Genova, Imperia, Livorno, Messina Torino, Cuneo, Padova, Verona, Vicenza e Nuoro.
I principali quotidiani online, pur non fornendo grandi spazi alla notizia, informano che l’attività di indagine era cominciata un paio di anni fa e sussurrano la figura di un cosiddetto legionario, di origine calabrese, operante in Liguria: ma niente di più.
I giornali cartacei del 29 novembre danno vari particolari, soffermandosi su aspetti per così dire suggestivi come l’indagata Miss Hitler, una signora biondissima ossigenata nazistissima e violentemente antisemita caratterizzata da una enorme aquila con svastica tatuata su tutta la schiena.
Ma con le ore l’indagine si svela che si sta trattando non di una cosetta folklorica e invasata ma di una trama robusta e pericolosa.
In primis i simpatici camerati stavano fondando o avevano fondato una organizzazione nazifascista temibile con contatti coi loro camerati spagnoli, francesi e portoghesi (particolare importante questo, giacchè il paese lusitano, dai primi anni post rivoluzione dei garofani, appariva immune da presenze nazifasciste, laddove durante il lungo regime fascista lusitano l’Internazionale Nera era stata di casa a Lisbona).
Miss Hitler, al secolo Francesa Rizzi, quindi non solo personaggio folklorico, il 10 agosto 2019 rappresentava l’Italia a un convegno internazionale nazi; nel suo intervento aveva chiuso ovviamente con dichiarazioni roboanti antisemite. Al convegno di Lisbona oltre la Rizzi i relatori erano Mario Machado, Blagovest Asenov, Alba Lobera, Josele Sanchez, Mattias Deyda, Yvan Benedetti, tutti personaggi tristemente ben noti delle destre estreme europee.
In secondo luogo, il nome del legionario è stato reso finalmente noto, si tratta di Pasquale (alias Leo/Leone) Nucera, un nome inquietante. Nel corso del 1995 Nucera dichiarò che una settimana prima dell’ omicidio di Lodovico Ligato, nella villa di Reggio Calabria dell’ex presidente dell’ Ente Ferrovie si svolse una riunione, presenti politici e mafiosi locali; la dichiarazione avvenne in una deposizione resa nel carcere di Nizza. Nell’aprile 1995 sempre in quanto pentito di ndrangheta parlò di un enorme carico di esplosivo nelle stive della “Laura C” da mezzo secolo in fondo al mare, in Calabria, di cui le mafie da sempre si sarebbero servite. Successivamente Nucera già conoscitore degli ambienti dei mercenari italiani in Iraq, dichiarerà che era stata programmata una evasione cruentissima di Totò Riina, per il tramite di mercenari slavi e di pezzi degli apparati italiani. Quindi Nucera è da annoverarsi tra i pentiti ed è pertanto sotto il controllo delle forze di polizia italiane. Eppure qualche mese orsono cercava di organizzare attentati dimostrativi: “Potremmo lanciare una molotov all’Anpi [in Lombardia]”. Lo diceva, essendo intercettato dalla Digos di Enna. Inoltre Nucera risulta tra le figure di riferimento del partito Forza Nuova, di cui a inizio 2018 era diventato vicecoordinatore nella provincia di Imperia. Infine secondo gli investigatori dell’operazione Ombre nere il Nucera avrebbe un ruolo da addestratore delle ‘milizie’ di chiara matrice filonazista, xenofoba e antisemita di cui si progettava la creazione.
Da ultimo la non tanto folklorica Miss Hitler ebbe poco tempo fa una soffiata dall’interno della Polizia che si stava indagando su lei e i sui suoi camerati, la talpa è stata identificata in un assistente capo che era in servizio all’ufficio di gabinetto della questura Torino, si tratta di L.N., 54 anni, che è ora indagato per rivelazione di notizie riservate e accesso abusivo a un sistema informatico da parte di un pubblico ufficiale.
Definire il quadro inquietante è dir poco.
Claire Lacombe