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Sicurezza: Il commissario europeo Frattini ora vuole proibire la ricerca in rete di parole "sospette"

Qualcuno se l’aspettava. Forse non così presto ma in molti lo temevano. Comunque sia, in questo clima – dove tutti parlano sempre e solo di sicurezza – nel mirino ora sono finite anche le parole. Alcune parole, considerate «pericolose». L’idea stavolta non è di qualche amministratore di centro-sinistra. Ma viene direttamente da uno dei leader più «quotati» della destra: l’ex ministro degli Esteri e ora commissario europeo alla Giustizia e Sicurezza, Franco Frattini. E’ lui che se la prende con le parole «sospette».
In un’intervista alla Reuter, il commissario spiega che avrebbe intenzione di «proibire» in rete la ricerca di termini come «bombe», «terrorismo», «attentati» e via dicendo. La spiegazione, la spiegazione ufficiale, è che in questo modo si dovrebbe impedire che la rete sia utilizzata da chi persegue obiettivi eversivi. Naturalmente, non è mai accaduto che un terrorista ricerchi su Internet come costruire una bomba o mandi un messaggio dal titolo: “Sto preparando un attentato”. Il risultato, come hanno subito denunciato tutti i forum che tengono sotto controllo l’attività legislativa europea, è che agli utenti sarà impossibile cercare notizie, notizie storiche, fatti, personaggi. Se l’idea di Frattini avrà un seguito, insomma, sarà impossibile per uno studente cercare qualcosa sulle «bombe di Milano» del ’68. Ma non è tutto. Di più, di più inquietante, c’è un’altra frase del commissario. Quando spiega che queste misure, questa maxicensura preventiva, verrà organizzata «d’intesa con i privati». Per studiare la sua realizzazione concreta. Nè più, nè meno, insomma, di come hanno fatto i governanti cinesi con Google. Trovando il modo, assieme al colosso delle ricerche, di far sparire qualsiasi voce di dissenso.