Sabato 16 marzo manifestazione contro i sigilli alla struttura del centro sociale di Caserta
Il 12 marzo, è stata posta sotto sequestro la sede del centro sociale Ex Canapificio, sita nei locali in viale Ellittico n.27, e dello Sprar di Caserta. I periti della Procura della Repubblica di S. Maria Capua Vetere hanno ordinato il sequestro dei locali dopo i controlli avviati in seguito alle perquisizioni e sequestri di atti dello scorso 6 febbraio. L’operazione ha visto diverse ispezioni presso le abitazioni delle persone richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale per fare accertamenti sul progetto, sul suo svolgimento, sulle condizioni igienico-sanitarie con cui viene condotto. Per accertarne eventuali “irregolarità”. Inoltre, proprio a seguito di questa ispezione, sette degli operatori del centro sociale sono stati indagati “per associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata” con l’accusa d’essersi “insinuati nei circuiti dell’assistenza ai migranti per fare affari”.
Il decreto di sequestro, a firma dei pm, è stato eseguito ieri “d’urgenza”. La ragione? La struttura avrebbe evidenziato carenze strutturali tali da impedirne l’agibilità, a causa di infiltrazioni d’acqua nella parte del tetto e carenti condizioni igienico sanitarie. Che la struttura, di proprietà della Regione Campania, avesse bisogno di manutenzione era noto a tutti, a partire dai volontari, che infatti hanno più volte sollecitato la Regione, affinché i lavori di ristrutturazione avessero un avvio in tempi brevi. Era stato prospettato un piano di lavori che avrebbero riguardato, in maniera modulare, alcune parti della struttura, senza fermare in alcun modo le attività del Centro e senza alcun pericolo per i lavoratori e frequentatori dello stesso. Quindi, non si è mai trattato di un pericolo di imminente di crollo, tale da dover giustificare la messa in sicurezza delle persone. Purtroppo, nei mesi scorsi, la struttura è finita nella lista di quelle “da sgomberare” secondo il Ministro dell’Interno, che l’ha definita “abusiva”.
Il pessimo risultato è innanzitutto che oggi la sede del Centro che ospitava gli uffici del progetto Sprar, uno sportello legale, aree per la formazione e uno sportello a sostegno delle famiglie oggi non può funzionare e gli operatori si trovano in mezzo a una strada. Ma non solo. I danni provocati da questi sigilli, imposti da una nuova prova di forza muscolare dell’attuale governo, perennemente in campagna elettorale, sono anche altri. Forse meno visibili, ma non meno importanti. Quello all’Ex Canapificio è un vero e proprio attacco a tutti noi, attivisti antirazzisti, ma è anche un esplicito attacco politico alle esperienze positive di accoglienza e ai percorsi di autorganizzazione politica dei migranti stessi. Un attacco che subdolamente riproduce le modalità utilizzate anche per Riace.
L’Ex Canapificio, nato nel 1995, era la sede organizzativa di attività per migliaia di persone, rifugiati, richiedenti asilo, vittime di violenza e sfruttamento lavorativo, lavoratori italiani e non, comuni cittadini e attivisti antirazzisti, di sportelli gratuiti di sostegno alle famiglie a basso reddito. Lo SPRAR del comune di Caserta, nato nel 2007, e gestito in associazione dal Centro Sociale “Ex Canapificio” e dalla Suore Orsoline, è noto in tutta Italia come modello virtuoso di inclusione e di cittadinanza attiva, e fa parte della rete associativa “Caserta Città Viva”, che sostiene e porta avanti ogni giorno il Piedibus per circa 200 famiglie (un progetto, nato oltre 10 anni fa, gratuito, di mobilità sostenibile che prevede l’accompagnamento a piedi dei bambini nel tragitto casa-scuola e ritorno, organizzato come una linea di autobus con percorso e fermate prestabilite, e che coinvolge la comunità locale e i beneficiari Sprar come volontari). L’Ex Canapificio, nel corso di tutti questi anni, ha portato avanti una prolungata azione sociale sul territorio mettendo in campo numerose iniziative di carattere culturale, sociale e ricreativo. E’ stato il più grande progetto SPRAR della Campania, basato su un nuovo modello di accoglienza di “inclusione sociale bilaterale” (il progetto si chiama “Lo SPRAR che aiuta gli italiani”) ovvero una formula di servizi che migliorano tutta la città, nessuno escluso. Che vuol dire collaborazione tra migranti e autoctoni, affinché collaborino insieme a migliorare il proprio territorio e la propria condizione.
Fra gli operatori e gli attivisti, c’è grande sconcerto ed amarezza. Mentre il ministro dell’Interno, ieri, esultava sui social, insinuando accuse pesanti e riproponendo il suo “solito” slogan “la pacchia è finita”. Ennesimo messaggio di odio che ad altro non serve che ad alimentare lo scontro sociale e a tentare soffocare nel silenzio chi non si allinei su queste forme esplicite di razzismo istituzionale.
Intanto, da oggi, si ricomincia. Il Centro Sociale Ex Canapificio non si ferma. Quindi, sono previsti gazebo informativi per sensibilizzare la cittadinanza in merito alle iniziative che lo spazio ospita e promuove, presidi permanenti fuori alla prefettura di Caserta e una manifestazione nazionale per le vie del centro di Caserta, sabato 16 marzo (tutti i dettagli qui).
Questo per ribadire a chiare lettere che le modalità di accoglienza e di inclusione portate avanti sino a ieri da tutti gli operatori e volontari non si possono fermare. Non un passo indietro. E bisogna esserci tutti a Caserta questo sabato.
Perché i sigilli posti all’Ex Canapificio riguardano l’interno mondo dell’antirazzismo. Senza esclusione alcuna. E riguardano tutti i cittadini che credono che questa Italia, da Riace a Caserta, è capace di accogliere ed includere. E con questo ci sentiamo di esprimere la nostra solidarietà e vicinanza a tutti gli operatori, volontari e attivisti del CSA Ex-Canapificio.
da Storie di Ordinario Razzismo
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Martedì mattina i Carabinieri di Caserta hanno apposto i sigilli alla struttura dell’Ex Canapificio di Caserta, su mandato della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Quest’ultima, a seguito di controllo e perizie di parte, ha ritenuto sussistere l’imminente rischio di crollo dell’intero stabile. Dal Provvedimento dei Magistrati si evince che l’intervento della Procura sia finalizzato alla tutela di chi frequenta il centro sociale ex Canapificio. Su tale visione la Procura non fa altro che fare da eco alle nostre sollecitazioni per il miglioramento dello stabile. Il Centro Sociale ex canapificio è infatti precursore nel richiedere alla Regione Campania, proprietaria dell’immobile, di una serie di interventi di messa in sicurezza. Lavori di adeguamento che è giusto che siano
effettuati per dare splendore e dignità ad un centro polivalente e di eccellenza quale è l’ex canapificio di Caserta. Dunque in questi anni grazie al nostro impegno abbiamo sempre tenuto alta l’attenzione delle istituzioni sulla necessità di programmare i lavori di adeguamento in uno stabile di archeologia industriale che in questi anni la nostra attività ha salvato dalla speculazione dall’abbandono e degrado. Tra l’altro la Regione
Campania si è anche impegnata con il Comune di Caserta ad un accordo di programma che a partire dal valorizzare la nostra funzione sociale possa recuperare anche gli altri immobili dell’ex canapificio abbandonati da anni.
I servizi e le attività che trovano casa in quella sede sono innumerevoli, riconosciuti per la loro importanza dai più alti livelli istituzionali. A questa storia di comprovata utilità sociale non può mancare un tetto! In queste ore partirà un crowfounding con il quale raccoglieremo donazioni per contribuire al restyling.
Il centro sociale è il luogo in cui centinaia di famiglie casertane hanno trovato supporto per l’accesso alle varie forme di sostegno al reddito, dai Lavori di Pubblica Utilità al Reddito di Inclusione e di Cittadinanza; qui migliaia di migranti e rifugiati dell’Area di Castel Volturno hanno ottenuto conforto e tutela, si sono unite contro l’irregolarità forzata e lo sfruttamento lavorativo; in centinaia hanno scelto di alzare la testa per combattere contro camorra e sfruttamento lavorativo organizzandosi collettivamente per rivendicare diritti e dignità: l’ex canapificio è infatti la casa del movimento dei migranti e dei Rifugiati che dal 2002 conta migliaia di partecipanti, così come è il centro organizzativo di uno dei Progetti SPRAR più grandi d’Italia realizzati con accoglienza diffusa, presso circa venti appartamenti in città: i beneficiari del progetto SPRAR sostengono attività come il Piedibus, accompagnando i bambini delle elementari a scuola a piedi, tengono corsi di arte, musica e doposcuola per bambini e partecipano ad attività sul territorio come l’apertura e la manutenzione di spazi verdi e la riqualificazione di quartieri popolari.
Siamo pienamente rispettosi del lavoro della Procura, il cui compito è di svolgere le indagini mentre ci sembra pura speculazione il tutt’altro che inatteso comunicato del ministro Salvini sul sequestro dei locali dell’ex Canapificio di Caserta, in cui si millanta la fine della “pacchia”: il ministro infatti sa fin troppo bene che i controlli svolti dal suo Ministero dal lontano 2007 hanno sempre constatato l’eccellenza della relativa
gestione, e sa bene che quei fondi sono finalizzati all’assistenza dei titolari di protezione internazionale, per cui dovrebbe il signor ministro guardarsi bene dall’istigare alla commissione di un reato, quello di “distrazione di fondi”, che avremmo senza dubbio commesso seguendo il suo “consiglio” di utilizzarli impropriamente per la manutenzione, senza peraltro aver nessuno scudo immunitario come quello che evita a Salvini di andare a processo in quanto Ministro e di restituire congruamente 49 milioni di Euro di finanziamenti pubblici scomparsi nei conti della Lega, in quanto Segretario di questo partito. Pertanto reputiamo davvero inopportuno il suo intervento, col quale ci riserviamo di adire alle vie legali come già fatto, nei suoi confronti, in passato per diffamazione. Ribadiamo che tra l’altro, come richiesto espressamente anche dalla Procura, i lavori di messa in sicurezza sono di competenza della regione Campania che è proprietaria dello stabile.
Il punto più importante della vicenda è proprio questo: quando per motivi di sicurezza si chiude un presidio di legalità quale può essere una struttura che eroga servizi con finalità istituzionale, gli enti locali hanno il dovere di attivarsi per ripristinare quanto prima la sicurezza, per riaprire il Centro sociale ex canapificio garantendo la continuità di quei servizi. Invitiamo pertanto tutta la cittadinanza a partecipare a questi appuntamenti: giovedì 14 marzo dalle 10 Presidio permanente in Piazza della Prefettura, Caserta; sabato 16 marzo ore 14 Manifestazione nazionale a Caserta.
L’esperienza del centro sociale ha insegnato a tutti noi quanto il silenzio e la solitudine non risolvano i problemi, e come l’unità sia invece la nostra forza più grande. Perciò Siamo tutte/i Il Centro sociale! Tel. 331 6520156 / 366 1403238.
Centro sociale Ex Canapificio di Caserta