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Sono 69.155 i detenuti nelle patrie galere e ben 15 mila sono in attesa di un primo giudizio.

Il 30 novembre 2010, nelle carceri italiane vi erano rinchiuse ben 69.155 persone detenute, di cui 3.033 donne. 69.155 detenuti a fronte di poco più di 42 posti. Ovvero circa 27 mila in più rispetto alla capienza regolamentare. (fonte. Dap e Ristretti Orizzonti)
La regione con più sovraffollamento è la Lombardia, che nelle sue carceri detiene 9.484 detenuti a fronte di 5.652 posti, seguita dalla Sicilia, con 8.017 detenuti a fronte di 5.393 posti, e dalla Campania, con 7.977 detenuti a fronte di 5.527 posti.
Ma è la posizione giuridica di chi è detenuto che continua a colpire maggiormente.
Infatti su un totale di 69.155 detenuti, 29.726 sono imputati e più precisamente: 15.020 sono in attesa di un primo giudizio, 8.012 sono attendono una sentenza d’appello e 4.952 sono coloro che in carcere attendono l’esito del ricorso in Cassazione.
Solo una parte dei detenuti, e non quasi il totale come sarebbe fisiologico, è in carcere per scontare una pena definitiva. Su un totale di 69.155 detenuto sono solo 37.589 le persone detenute condannate in via definitiva.
A questa moltitudine così diversificata di persone che affollano le patrie galere vanno poi aggiunti i detenuti più dimenticati. Ovvero coloro che sono in carcere, non perchè imputati o perchè condannati, bensì perchè sottoposti a misura di sicurezza detentiva. Sono i c.d. internati che nelle carceri sono 1.756.
Quanto poi alla nazionalità, nelle carceri italiane si contano ben 25.383 detenuti stranieri. Tra questi: 12.431 sono i detenuti stranieri imputati (5.794 in attesa di un primo giudizio, 3.864 appellanti e 2.394 ricorrenti in Cassazione) mentre 12.773 sono condannati in via definitiva. 157 poi sono i detenuti internati stranieri. Le regioni che contano più detenuti stranieri sono: la Lombardia (con 2.510 detenuti), il Lazio (con 1.429 detenuti) e l’Emilia Romagna (con 1.354 detenuti). I paesi esteri da cui maggiormente provengono i detenuti stranieri sono: Marocco (con 5.385 detenuti), Romania (con 3.490 detenuti) e la Tunisia (con 3.232 detenuti).
Non sono questi solo dati, cifre e numeri. Sono la misura del collasso carcerario italiano. Un collasso che determina un trattamento disumano e degradante nelle singole celle che compongono le italiche prigioni. Un collasso che annienta i principi costutuzionali della pena. Un collasso che annulla i diritti fondamentali delle persone detenute, come il diritto alla salute. Guardando a questa degradata realtà delle carceri e all’inerzia della politica del Governo Berlusconi e di gran parte dell’opposizione, c’è da chiedersi: Chi è il colpevole? Chi è il criminale che concorre nel determinare uno Stato fuori legge?