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Sorveglianza non molto speciale anche a Cremona

La Procura di Cremona  ha ordinato, per il 9 giugno alle ore 9,00 presso il tribunale,  un’udienza per deliberare la richiesta di applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale per un compagno.

La sorveglianza speciale è un atto di repressione che impone delle limitazioni della libertà personale che possono variare dal divieto di frequentare certi luoghi e/o persone al divieto di uscire da un determinato domicilio.
Questa misura per legge viene applicata a quegli individui che sono ritenuti o sono sospettati di svolgere una vita o attività che va contro la “morale pubblica”, cioè il sistema imperante fatto di Autorità e Merce.
Lo stato giudica socialmente pericoloso anche chi è vagabondo, chi è senza documenti o chi ha rubato, chi si è ribellato o chi non lavora, e probabilmente anche chi si oppone, fisicamente e materialmente, ai servi di questo sistema, che siano fascisti o leghisti di ogni risma.
Gli sbirri stanno reprimendo in questo modo in più città (vedi per le compagne e i compagni di Genova, Torino, Bologna, Saronno e Teramo) e questa pratica viene usata perché ha i suoi vantaggi in quanto rapida ed efficace, meno dispendiosa in termini di denaro e tempo; non devono essere affrontati processi su processi che sovente si risolvono in nulla, mentre una restrizione preventiva non rischia tutte queste perdite.

In questo caso, prima di passare a questa udienza, c’è stato un avviso orale, un pezzo di carta dove vi è dichiarato come sei visto dagli occhi della società, quindi minaccia di reprimerti nel caso in cui, chi la riceve, non cambia lo “stile di vita” che sta avendo.

Il modello d’esistenza capitalista e dello stato è uno solo ed è imposto.
Chi non segue questo modello dev’essere eliminato, emarginato, disperso, punito, sottomesso.

alcune/i anarchiche e anarchici di Cremona

tratto da csakavarna.org