Una ventina di tifosi dell’Afro Napoli United si sono rifiutati di consegnare i documenti d’identità alle forze dell’ordine per entrare allo stadio. Uno di questi ora è stato portato in commissariato a Mugnano. Vecchie intimidazioni, vecchi metodi repressivi – scrivono sulla propria pagina Facebook.
Spesso abbiamo affrontato la tematica della repressione nel mondo del calcio popolare e non solo.
L’Afro Napoli è una squadra di seconda categoria campana, ed è nata proprio con l’intento di sfruttare il principio secondo il quale lo sport può e deve essere, oltre ad una semplice disciplina per allenare il fisico, anche un veicolo per l’insegnamento di valori sociali ed etici ed un metodo per abbattere i tabù razziali.
Il progetto prende vita nell’ottobre 2009, per iniziativa di Antonio Gargiulo e dei senegalesi Sow Hamath e Watt Samba Babaly, con l’obiettivo di combattere la discriminazione e favorire la convivenza paritaria tra napoletani e migranti, sfruttando le possibilità offerte dal gioco del calcio. Infatti il far parte di una squadra di calcio offre varie opportunità di apprendimento sociale e di sviluppo di competenze trasversali e questo indipendentemente dallo sfondo culturale, in quanto le capacità sportive degli atleti sono in grado di far passare in secondo piano le diversità razziali.
Gli atleti provengono da Senegal, Costa D’Avorio, Nigeria, Capo Verde, Niger, Tunisia e abitano nei quartieri più popolari del centro storico: Materdei, Stella, Sanità, Arenaccia. La maggior parte di loro, però, arriva dalla zona della Ferrovia. Alcuni ancora non hanno un’occupazione, o l’hanno persa da poche settimane e c’è chi ancora fatica a parlare la nostra lingua. Altri invece sono perfettamente integrati nel tessuto sociale. Negli ultimi anni si sono aggregati alla squadra anche ragazzi provenienti da altre nazioni europee e da altri continenti (Asia e Sudamerica).
Ad Ottobre 2013, per la prima volta, in seguito alla modifica di alcune norme che limitavano l’accesso dei migranti ai campionati federali dilettantistici, la squadra multietnica si è potuta iscrivere al Campionato di Terza Categoria della Figc, riuscendo ad ottenere buoni risultati fin dalle prime partite. Sono 16 i ragazzi extracomunitari che sono stati seguiti passo dopo passo in tutta la trafila burocratica che ha poi portato al tesseramento. Le 22 partite giocate si sono concluse con 15 vittorie, 5 pareggi e 2 sconfitte. 91 sono stati i goal fatti e 28 subiti. Arrivata seconda a meno 3 punti dalla Kema Atletico Flegreo, prima classificata, è stata promossa in seconda categoria dopo aver eccellentemente superato le fasi play off. Oggi, anche in seconda categoria, è ai vertici della classifica.
Ad oggi l’associazione ha realizzato due squadre di calcio, che partecipano, oltre al campionato della Figc, anche a tornei amatoriali, cittadini e provinciali, raggruppando circa 40 atleti.
Nella regione sono 190mila gli immigrati, 174 le nazionalità, le più rappresentate Ucraina, Marocco, Sri-Lanka e Cina. Questi i dati contenuti nel XXII Dossier statistico Immigrazione 2012.
La presenza degli stranieri in Campania è quadruplicata negli ultimi dodici anni, con un incremento dell’8,5 percento dal 2010. Secondi i dati elaborati e diffusi dalla Caritas Campania, in controtendenza con quanto avviene nel resto del Paese, si conferma una presenza femminile più forte di quella maschile, il 54 percento di donne contro il 46 di uomini, l’8 percento della popolazione totale. Il 15 percento è costituito da minori, oltre l’80 percento è in età lavorativa, compresa cioè tra i 18 e i 64 anni.
Nicola Gesualdo da Oltremedia