Tra i brogli incombenti denunciati da Berluskane e le adunate sorridenti di Weltroni, pare proprio che lo spazio pubblico virtuale di questa campagna sia impermeabile. E’ accaduto, nel corso di queste settimane, per qualsiasi tema che non coincidesse con l’agenda-setting. Ma non fa ben sperare il fatto che solo nella giornata di ieri, questa allergia al dissenso si è concretizzata anche in botte, denunce, arresti in giro per l’Italia. Le ventiquattrore di ordinaria follia elettoral-repressiva sono cominciate all’alba, a Roma. Nella città di Veltroni e in cui campeggiano i faccioni di Rutelli, la polizia ha somberato la tendopoli montata a due passi dal Campidoglio dai senza casa. Avevano fondato «la città della dignità» per smettere uscire dalla solitudine dell’emergenza-casa, ma sono stati malmenati, alcuni addirittura arrestati. Il ministro dell’interno del centrosinistra, il costituzionalista Giuliano Amato, benedice. E mette in imbarazzo il prefetto Carlo Mosca, che oggi ha incontrato i comitati di lotta per la casa e promesso l’apertura di un tavolo cittadino tra costruttori, istituzioni e movimenti, di fatto riconoscendo le ragioni di questi ultimi. C’è stato poi l’accidentato viaggio di Berlusconi: prima sono stati manganellati dei pericolosissimi manifestanti vestiti da Pinocchio che volevano solo ricordare al candidato premier delle destre le sue bugie. Poi Berlusca si è spostato a Vicenza, dove lo aspettavano i cittadini del No Dal Molin. Dopo aver accolto Veltroni, i vicentini contro la base volevano solo rispettare la par condicio e dire due paroline anche all’uomo del predellino. Ma non è stato possibile, anche lì botte e denunce. Una fiaccola elettorale gira per l’Italia, è inseguita dai cittadini, e reagisce rabbiosamente. A chi tocca dal 15 aprile?
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