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Sparato dalla polizia, resta invalido, l’Inps gli toglie la pensione

Hanno tolto la pensione di invalidità a Soriano Ceccanti, il ragazzo che nel Capodanno tra il ’68 e il ’69 fu ferito dagli spari della polizia e rimase sulla sedia a rotelle tutta la vita. Una storia da conoscere, una vergogna da cancellare al più presto.

L’incredibile e vergognosa vicenda è stata resa pubblica dal blog di Paolo Brogi.
Soriano Ceccanti, vive su una carrozzella dal Capodanno del 1969, quando, sedicenne, fu colpito da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine durante una manifestazione che contestava i “ricchi” che festeggiavano nell’esclusivo locale de La Bussola di Viareggio.

In qualche modo, Soriano Ceccanti è una “icona” del movimento del ’68 nel nostro paese.
Disabile al 100 per cento, Soriano è titolare di una pensione di invalidità. Una decina di giorni fa gli viene comunicato dall’Inps, a firma rag.Giacomo Tognini, che la pensione gli è stata sospesa, perché “da accertamenti risulta che la persona abita in Marocco”. Soriano abita a Pisa, come tutti sanno, e in Marocco ha trascorso lunghi periodi di recente per le ragioni personali. Ceccanti, sbalordito, si sente dire da una funzionaria dell’Inps pisano che “la pensione viene sospesa se il beneficiario soggiorna all’estero per più di un mese”.

E che l’Inps, se sospetta che questo avvenga, può richiedere il passaporto dell’interessato. Ulteriormente sbalordito, e poiché non gli viene indicata, né la trova per suo conto, una simile norma, Soriano chiede a una esperta legislativa sulle invalidità (sito Handylex) che spiega: “Se lei mantiene la residenza in Italia non perde la provvidenza economica. Se trasferisce la residenza all’estero, perde il diritto”.

Soriano Ceccanti ha la residenza in Italia. Ricostruisce che l’Inps l’ha chiamato l’anno scorso a una visita di controllo (e aggiunge spiritosamente, perché è spiritoso: “Un miracolo può sempre capitare”) ma è appunto in Marocco, e manda un fax chiedendo di essere preavvisato con un certo anticipo. La cosa si ripete per una visita fissata allo scorso 15 gennaio, lui è via e al ritorno, a fine gennaio, fa domanda per la visita medico legale. Intanto però la pensione è stata “eliminata in via cautelativa”.

A fine marzo viene visitato da una dottoressa coetanea che “si ricorda il fatto”, e gli chiede se abbia avuto un indennizzo… Passa un altro mese e l’Inps per raccomandata conferma che è disabile e ha diritto alla pensione. Va a ripresentare la domanda all’Inps e si infila in un battibecco con le impiegate cui spiega quanto gli costi tutta quella burocrazia: gli rispondono che se va tanto in giro tanto male non sta. (Soriano, male come sta, è salito per quattro volte sul podio delle paralimpiadi per la scherma italiana, in posti distanti come Tokyo o Sidney).

E ammoniscono di togliergli di nuovo la pensione perché sta troppo tempo all’estero, e gli chiederanno il passaporto. Lui “non crede alle sue orecchie”: “Ma se invece che in Marocco andavo in Danimarca che se ne facevano del passaporto?” Alla sua protesta cercano invano la norma pertinente, dicono che gliela manderanno per mail, e non succede, perché la norma non esiste.

In cambio gli arriva la lettera sugli “accertamenti”. La ua pensione è sospesa da febbraio. Ha messo le cose in mano a un’avvocata, passaporto compreso. Per sbloccare l’ “annullamento temporaneo della pensione”, e per tutte le eventuali ulteriori azioni legali. Ci vorrà del tempo, avrà ragione, nel frattempo però mangia e accende la luce, lui e chi dipende da lui. In passato, pagava con la pensione.

Viene da chiedersi: se l’Inps si è comportata così con Soriano Ceccanti che può contare su una rete di solidarietà e un pò di fama, come si sta comportando nei confronti di altri invalidi che magari non hanno la stessa possibilità di portare alla luce le vessazioni a cui sono sottoposti da quando la direzione Mastrapasqua ha deciso la linea dell’ultrarigore finanziario nella gestione dell’ente.