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Speculazione securitaria. In Italia la paura rende

Sarà che la svolta securitaria, come dice qualcuno, «non è di destra né di sinistra», fatto sta che l’Italia è il paese europeo che in proporzione spende di più per la sicurezza pubblica e privata. E’ l’inquietante dato emerso, ieri a Roma, durante il convegno organizzato da Libera, l’associazione di don Luigi Ciotti, insieme alla provincia e alla Tavola per la pace e dal titolo «Più diritti uguale più sicurezza per tutti». Ha spiegato il professor Salvatore Palidda, docente dell’università di Genova e autore del libro «Polizia postmoderna» [Feltrinelli], che moltissime risorse «si perdono negli sprechi dell’amministrazione della giustizia, e vanno a garantire i privilegi di pochi, a fronte di alcune carenze anche molto gravi», ma anche che «esiste nel nostro paese una speculazione sull’insicurezza che porta a situazioni drammaturgiche e a una sorta di neofascismo in cui si invoca solo la tolleranza zero e un regime di autorità». Secondo Palidda, sarebbe per esempio ora di valutare la produttività e l’efficienza di alcuni dei mezzi più usati per «la sicurezza», spesso costosissimi, come gli strumenti di videosorveglianza. Tecnologie che, a suo parere, «andrebbero sostituite piuttosto con operatori sociali sul territorio». Secondo le statistiche, dal ‘90 ad oggi il numero dei reati commessi in Italia è rimasto sostanzialmente lo stesso, mentre è aumentato il numero delle denunce, e a finire in carcere sono sempre di più i cittadini stranieri. Secondo la relazione della Corte dei conti 2004-2005, l’80 per cento dei soldi spesi per i migranti va alla repressione, e solo il 20 per cento alle politiche di sostegno.
fonte: carta