Torna in libertà Stefano Gugliotta, il ragazzo di 25 anni pestato da un poliziotto e arrestato il 5 maggio scorso in via Pinturicchio alla fine della partita di Coppa Italia tra Roma e Inter. La mancanza delle esigenze cautelari costituisce il motivo del provvedimento del gip, fermo restando la sussistenza del reato di resistenza a pubblico ufficiale contestata al ragazzo.
Intanto è indagato il poliziotto che l’ha aggredito. Il procuratore aggiunto Pietro Saviotti e il sostituto Francesco Polino al termine di un incontro con gli investigatori per fare il punto e decidere sulla posizione del ragazzo, hanno chiesto la scarcerazione del giovane arrestato la sera degli scontri seguiti alla finale di Coppa Italia tra Inter-Roma il 5 maggio scorso. La richiesta sulla base del presupposto che sia “stato vittima – è detto nel provvedimento – di un atto arbitrario”. Sulla richiesta si è pronunciato il gip Aldo Morgigni, lo stesso che ha emesso il provvedimento cautelare nei confronti di Gugliotta per le accuse di oltraggio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale. L’atto è stato anche inviato per conoscenza al ministero dell’Interno in relazione all’interrogazione parlamentare prevista sulla vicenda. Secondo la procura, i filmati sull’aggressione fanno capire come sia stata legittima la reazione che Gugliotta ha avuto con i poliziotti al momento dell’arresto, conseguente all’atto subito.
Il poliziotto che gli ha sferrato un pugno al momento del fermo, invece, è stato stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di lesioni volontarie, aggravate dal fatto che è un pubblico ufficiale. L’uomo è un poliziotto del Reparto Mobile in servizio da circa 15 anni. L’agente è considerato dai colleghi “una persona tranquilla”. Al momento né lui né gli altri tre agenti dello stesso reparto, ascoltati ieri in Procura, sarebbero stati sospesi dal servizio. L’atto istruttorio è stato a un certo punto interrotto perché per la sua prosecuzione era necessaria la presenza di un avvocato.
In parallelo proseguono anche gli accertamenti riguardano le altre sette persone finite in carcere la stessa sera. Contro la loro detenzione i difensori hanno presentato ricorso al Tribunale del Riesame, la cui discussione deve essere ancora fissata.
Intanto è indagato il poliziotto che l’ha aggredito. Il procuratore aggiunto Pietro Saviotti e il sostituto Francesco Polino al termine di un incontro con gli investigatori per fare il punto e decidere sulla posizione del ragazzo, hanno chiesto la scarcerazione del giovane arrestato la sera degli scontri seguiti alla finale di Coppa Italia tra Inter-Roma il 5 maggio scorso. La richiesta sulla base del presupposto che sia “stato vittima – è detto nel provvedimento – di un atto arbitrario”. Sulla richiesta si è pronunciato il gip Aldo Morgigni, lo stesso che ha emesso il provvedimento cautelare nei confronti di Gugliotta per le accuse di oltraggio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale. L’atto è stato anche inviato per conoscenza al ministero dell’Interno in relazione all’interrogazione parlamentare prevista sulla vicenda. Secondo la procura, i filmati sull’aggressione fanno capire come sia stata legittima la reazione che Gugliotta ha avuto con i poliziotti al momento dell’arresto, conseguente all’atto subito.
Il poliziotto che gli ha sferrato un pugno al momento del fermo, invece, è stato stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di lesioni volontarie, aggravate dal fatto che è un pubblico ufficiale. L’uomo è un poliziotto del Reparto Mobile in servizio da circa 15 anni. L’agente è considerato dai colleghi “una persona tranquilla”. Al momento né lui né gli altri tre agenti dello stesso reparto, ascoltati ieri in Procura, sarebbero stati sospesi dal servizio. L’atto istruttorio è stato a un certo punto interrotto perché per la sua prosecuzione era necessaria la presenza di un avvocato.
In parallelo proseguono anche gli accertamenti riguardano le altre sette persone finite in carcere la stessa sera. Contro la loro detenzione i difensori hanno presentato ricorso al Tribunale del Riesame, la cui discussione deve essere ancora fissata.
fonte: La Repubblica
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