Sui fatti di Bologna: la cultura della legalità e gli studenti che legittimano il manganello
- febbraio 14, 2017
- in Editoriale, riflessioni
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Alla luce degli ultimi eventi che hanno coinvolto l’università di Bologna – lo sgombero della Biblioteca 36 di Via Zamboni e i ripetuti scontri tra la celere e gli studenti che hanno animato Piazza Verdi per giorni – emergono delle prese di posizione oltremodo inquietanti.
Se da una parte, infatti, qualche docente ed ex docente non ha esitato a condannare l’operato delle istituzioni, c’è una frangia più o meno consistente di studenti che le istituzioni ancora le elogia e ad esse si rivolge per ristabilire l’ordine costituito, turbato, a loro dire, dagli studenti “antagonisti e violenti”.
Secondo quanto dichiarato da Alberto Tarozzi, docente dell’Università di Bologna dal 1970 al 2005, “in quei 40 anni la polizia mai è intervenuta all’interno dei locali dell’Università militarmente (…) nemmeno quando nei dintorni c’erano episodi di lotta armata. Il suo arrivo era sempre preceduto da un avvertimento che permetteva agli occupanti di allontanarsi e di evitare di fare dei locali universitari un luogo di scontro.(…) MAI però i locali universitari, per nessuna ragione, avevano visto episodi di scontro fisico determinato dall’irruzione delle forze dell’ordine che coinvolgessero non dico tutti gli studenti, ma nemmeno i soli occupanti. Una questione di intelligenza politica e di senso delle istituzioni che questa volta è mancato, come MAI era avvenuto prima.”
Alcuni studenti hanno invece preferito voltare le spalle ai loro coetanei, manganellati, appoggiando le azioni del Rettore Ubertini: dopo l’irruzione della celere al 36 e i successivi scontri del pomeriggio in Piazza Verdi, è stata lanciata su change.org una petizione di “dissociazione dall’operato del Collettivo Universitario Autonomo”.
Nella petizione leggiamo che gli studenti firmatari, in seguito a presunti “atti vandalici perpetrati dal CUA a danno dell’Università”, scelgono di dissociarsi dalle azioni del Collettivo Universitario Autonomo “in segno di critica e protesta”.
“Supportiamo le istituzioni dell’Ateneo e attendiamo che vengano presi dei provvedimenti nei confronti dei responsabili dei danni”: le stesse istituzioni che non si fanno scrupoli a mandare la celere dentro una biblioteca, spazio sociale, luogo di cultura e aggregazione. Una fiducia riposta nelle istituzioni di un’università che manganella i propri studenti.
Forse a questi paladini della giustizia con la vista annebbiata dal mantra della legalità sfugge anche che la biblioteca è stata prima occupata pacificamente, in segno di protesta contro l’installazione dei tornelli (a testimonianza di ciò, le foto di centinaia di studenti che prima dello sgombero studiano e fanno attività al suo interno) e successivamente devastata dall’irruzione della celere.
Ma in nome della sicurezza, della protezione e della legalità, si sa, si arriva a giustificare qualsiasi cosa, anche la repressione poliziesca e l’uso del manganello contro studenti universitari.
La zona universitaria militarizzata, cordoni di celerini sotto e dentro gli studentati a bloccare l’ingresso e a fare foto ai manifestanti, i luoghi pubblici e di cultura che diventano sempre più appannaggio esclusivo di pochi: forse questa per loro è diventata la normalità. Ma noi non ci stiamo.
Noi che ci opponiamo allo status quo siamo violenti, devastatori e saccheggiatori; incarcerati, perquisiti e denunciati, accusati di “associazione a delinquere”.
Noi che quotidianamente ci battiamo con il nostro corpo e le nostre azioni siamo “black bloc”, nemici pubblici, individui aberranti che minacciano la società civile e per questo meritevoli di essere eliminati.
Noi non crediamo più nella legalità che spacca teste a manganellate e che ha ucciso le speranze di una generazione, non crediamo più nelle vostre tanto amate istituzioni.
Ci troverete sempre in piazza, a lottare dal lato giusto della barricata. Buoni o cattivi, violenti o non violenti?
Noi ci siamo e siamo vivi, i morti siete voi.
Oggi alle ore 18 assemblea studentesca in Via Zamboni 38: FUORI LA POLIZIA DALLE UNIVERSITA’! https://www.facebook.com/events/654074838113331/