Taser alle forze di polizia, via libera dal Consiglio dei ministri
- gennaio 17, 2020
- in misure repressive
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È ufficiale il via libera al taser per le forze di polizia italiane. Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, ha approvato infatti in esame preliminare un regolamento, da adottarsi con decreto del Presidente della Repubblica, che apporta modifiche al regolamento che stabilisce i criteri per la determinazione dell’armamento in dotazione all’amministrazione della pubblica sicurezza e al personale della polizia di Stato che espleta funzioni di polizia (decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 1991, n. 359).
Le nuove disposizioni, si legge in una nota, “hanno l’obiettivo di consentire un generale ammodernamento dell’armamento e del munizionamento in dotazione alla Polizia di Stato, in modo da adeguarlo alle attuali esigenze operative”.
Il regolamento prevede l’introduzione per il personale addestrato del taser. Il suo impiego però, si legge nel provvedimento, “dovrà sempre avvenire nel rispetto delle necessarie cautele per la salute e l’incolumità pubblica e secondo principi di precauzione condivisi con il Ministro della salute”. Contestualmente vengono anche modificate le norme sulle caratteristiche dello sfollagente “con l’obiettivo di renderlo più adatto allo svolgimento dei servizi di controllo del territorio a cavallo o da parte del personale della Polizia ferroviaria. Infine, si modificano le caratteristiche di alcune armi da fuoco”.
LE REAZIONI DEI SINDACATI – Reazioni contrastanti dai sindacati di polizia. Fabio Conestà, segretario generale del sindacato di Polizia Mosap, ha accolto “favorevolmente l’introduzione del taser come strumento di dissuasione”. “I cittadini – ricorda Conestà – chiedono più controlli e più presidi nelle zone maggiormente sensibili alla criminalità e al degrado e i tempi sono cambiati. Oggi, troppo spesso, le forze dell’ordine si ritrovano in situazioni dove la violenza cieca e inusitata di certi personaggi che non hanno nulla da perdere, puo’ facilmente trasformare una semplice perquisizione o un normale controllo in una situazione di serio rischio per l’incolumità degli agenti”.
Dal Coisp invece il segretario generale Domenico Pianese sottolinea “i limiti troppo stringenti per l’uso del taser” che “rischiano di trasformare questa novità in un boomerang per gli agenti delle Forze dell’Ordine. Visto il Regolamento che disciplina l’impiego dell’arma, allora meglio che non venga data”.
I DUBBI SUL TASER – Esistono però dei dubbi sull’utilizzo di questo strumento. Amnesty International sostiene sin dal 2001 che il numero di morti causate direttamente o indirettamente dal taser sia di circa un migliaio. Perplessità anche da alcuni cardiologi: seppure l’intensità della corrente ‘sparata’ dal taser non desti preoccupazioni per le persone sane, vi sarebbero rischi per coloro che assumono cocaina. Non solo. Una ricerca condotta nel 2011 dalla University of California di San Francisco ha ricordato come molti degli studi pubblicati sugli effetti del taser sulla salute ‘favorevoli’ alla sua introduzione fossero stati dalla TASER International (oggi Axon). La University of Cambridge ha invece rilevato che con l’introduzione del taser l’uso della forza tra la polizia della City of London è aumentata del 48%, con gli agenti che ne sono dotati maggiormente esposti alle aggressioni rispetto a quelli disarmati.
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Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’uso del Taser, la pistola ad impulsi elettrici, da parte della polizia. Approvato in via preliminare un decreto di due articoli che va a modificare il Regolamento che per la determinazione degli armamenti delle forze dell’ordine: dopo un passaggio al Consiglio di Stato per un parere, il testo tornerà in Cdm per l’approvazione definitiva.
Nelle linee guida per l’utilizzo, predisposte dal Dipartimento della Pubblica sicurezza, si afferma che la distanza consigliabile per un tiro efficace è dai 3 ai 7 metri. La pistola elettrica spara due dardi, che restano collegati all’arma da due fili conduttori. Era in sperimentazione in 12 città e ora rischia seriamente di finire nelle mani di tutti i poliziotti d’Italia.
Negli Stati Uniti la Reuters ha documentato 1.042 casi di persone colpite a morte con un taser dalla polizia negli ultimi vent’anni. In nove casi documentati su dieci la vittima era disarmata e e in gran parte appartiene a gruppi di persone vulnerabili. Un quarto di queste vittime soffriva di crisi psicotiche o disturbi neurologici.
Un commento da Italo di Sabato, dell’osservatorio sulla repressione. Ascolta o scarica
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Taser. Antigone: “preoccupati per il via libera del governo ad un’arma potenzialmente letale”
“Riteniamo un grave errore quello del governo che, nel Consiglio dei Ministri tenutosi ieri, ha dato il via libera alla dotazione stabile per tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine della pistola elettrica taser, un’arma pericolosa e potenzialmente mortale, come ci dimostra la realtà dei paesi in cui è in uso”. A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
La sperimentazione del taser era partita nel settembre del 2018 in dodici città su iniziativa dell’allora ministro dell’Interno Salvini. Secondo un’indagine della Reuters il taser ha provocato oltre mille morti nei soli Stati Uniti. La stessa azienda americana che la produce – la Taser International Incorporation, da cui deriva il nome dell’arma – chiamata in causa sulla potenziale pericolosità, ha dichiarato che esisterebbe un rischio di mortalità pari allo 0,25%. Ciò significa che se il taser venisse usato su 400 persone una di queste potrebbe morire.
“Nonostante il rispetto delle necessarie cautele per la salute e l’incolumità pubblica e il principio di precauzione a cui gli agenti saranno richiamati, la pericolosità di quest’arma non viene meno, soprattutto perché non è possibile sapere o stabilire se la persona cui si sta per sparare soffra o meno di cardiopatia o epilessia, due delle patologie per cui la pistola elettrica potrebbe risultare mortale” aggiunge ancora Gonnella, ricordando come anche alcuni organismi internazionali, tra cui la Corte Europea dei Diritti Dell’uomo ed il Comitato ONU per la prevenzione della tortura si siano espressi relativamente alle pericolosità di quest’arma e il rischio di abusi che l’utilizzo può comportare.
Prima della pronuncia di ieri del Consiglio dei Ministri era stato lo stesso ex Ministro Salvini – attraverso il primo decreto sicurezza – ad allargare la platea dei possibili utilizzatori di quest’arma, dando ai comuni con più di 100.000 abitanti la facoltà di dotarne gli agenti di polizia locale. Proprio per rispondere a questa proposta Antigone aveva lanciato una campagna rivolta agli amministratori locali a cui si chiedeva, attraverso l’approvazione di un ordine del giorno, di non dare seguito a questa possibilità. Un invito a cui hanno risposto i comuni di Palermo, Torino, Milano e Bergamo.
“Quello che auspichiamo e chiediamo al governo – sottolinea il presidente di Antigone – è che torni sui suoi passi, rinunciando a dotare le forze dell’ordine di quest’arma che, nella pratica quotidiana diventa un sostituto del manganello e non della classica pistola. Inoltre, speriamo che questo non sia il preludio per dare seguito alla proposta emersa nei mesi scorsi di dotare anche gli agenti di polizia penitenziaria, impegnati nel lavoro nelle carceri, di questa pericolosa arma. Se ciò accadesse – conclude Patrizio Gonnella – l’opposizione di Antigone sarebbe ferma e decisa”.
Andrea Oleandri
Ufficio Stampa Associazione Antigone