Periodo difficile per il partito di sinistra nella città teramana e il livello d’attenzione inevitabilmente si alza. Dopo gli accoltellamenti di piazza Orsini di un anno fa, quando si registrarono scontri tra alcuni giovani dell’estrema destra e dell’estrema sinistra, sabato scorso Rc avrebbe voluto ricordare quel giorno.
Ma è arrivato il no della Prefettura.
Stamattina l’amara scoperta della saracinesca della sede incendiata. Secondo una prima ricostruzione ignoti, poco dopo le 4, avrebbero cosparso di liquido infiammabile la saracinesca del locale in via della Cittadella, tentando di dare fuoco all’ufficio.
La poca quantità di innesco utilizzata, ma soprattutto il passaggio di un cittadino che si è accorto del principio di incendio e ha dato l’allarme, ha fatto sì che i danni fossero limitati a una porzione della saracinesca, annerita dal fuoco.
Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco e gli agenti della Digos che stanno conducendo indagini per individuare gli autori del gesto.
Non è escluso che l’episodio sia da collegare proprio al forte clima di tensione creatosi in città dopo i recenti scontri tra opposte fazioni politiche ma gli inquirenti non escludono nessuna pista.
Proprio ieri il partito aveva protestato per la decisione del Prefetto di Teramo, dopo i problemi creati dalle ultime manifestazioni, di vietare nel centro storico manifestazioni pubbliche «dirette a richiamare l’attenzione su problematiche particolari o a rappresentare alle istituzioni e all’opinione pubblica dissensi e proteste». L’ordinanza, secondo il partito di estrama sinistra «crea anche a Teramo, come a Genova per il G8 del 2001, una zona rossa, addirittura permanente, rappresenta una gravissima escalation nella negazione di diritti fondamentali da parte di un potere sempre più incapace di gestire i conflitti sociali che esso stesso innesca». «Stupisce, invece, il fatto che il prefetto Eugenio Soldà avesse rassicurato Rifondazione Comunista, sull’autorizzazione allo svolgimento in centro storico della manifestazione antifascista da tenersi dopo le festività natalizie. Rifondazione Comunista chiede l’immediata revoca dell’ordinanza e, richiamando l’ironia di Ennio Flaiano, consiglia al Prefetto Soldà e al questore Di Ruocco, particolarmente efficienti nel negare il libero esercizio dei diritti sanciti dalla Costituzione, di dedicarsi ad altra attività professionale».
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