Teramo: continua l’inquisizione repressiva…. la questura ora denucia anche per i pesci d’aprile
- aprile 21, 2011
- in antifascismo, emergenza
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Continua l’ondata repressiva a Teramo ai danni delle compagne e compagni antifascisti.
D. R. giovane attivista antifascista è indagato per procurato allarme in merito alla falsa notizia sul comizio anti-questore. A comunicarlo il circolo di Rifondazione Comunista di Teramo.
D. R. giovane attivista antifascista è indagato per procurato allarme in merito alla falsa notizia sul comizio anti-questore. A comunicarlo il circolo di Rifondazione Comunista di Teramo.
I fatti riguarderebbero la news apparsa su alcuni siti internet, lo scorso 31 marzo, dove si leggeva di che si sarebbe tenuto un “comizio pubblico per raccontare quello che succede in città, per raccogliere le firme per far rimuovere il questore e per recarci in corteo, di seguito, dal Prefetto di Teramo per consegnargli un dossier sull’operato della questura di Teramo“. Naturalmente, il 1° aprile, giornata dedicata agli scherzi ed ai così detti “pesci d’aprile”, la manifestazione non ci fu. Ora la Digos ha indagatoil 25enne teramano, nonchè esponente di Rifondazione, accusandolo di procurato allarme. Secondo Rifondazione gli inquirenti lo accuserebbero di avere diffuso la notizia tramite un comunicato e nelle giornate successive sia avvenuta una perquisizione all’interno della sua abitazione conclusasi con il sequestro di materiale informatico. Rifondazione precisa che il reato di procurato allarme punisce chi “annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio ed è una contravvenzione che può essere sanata con il pagamento di un ammenda di 258 euro, sempre che l’aver annunciato una manifestazione, che poi non si è tenuta visto che non era neanche autorizzata, costituisca un “pericolo inesistente. “L’attività di indagine, invece, ha, ovviamente un costo per la collettività incredibilmente più ampio: ad esempio, le sole perquisizioni hanno visto mobilitare per l’intera mattinata dell’8 aprile ben sei agenti di polizia, il materiale informatico verrà portato a Roma, dove tra diversi mesi verrà sottoposto a perizia, da altri agenti che poi dovranno tornare a recuperare gli hard-disk, senza dimenticare tutti i costi relativi all’impiego di altro personale per le indagini e per lo svolgimento del possibile processo”. Rifondazione manifestando solidarietà a D. R. pone l’accento sulle parole dell’attuale Presidente del Tribunale di Teramo, che qualche mese fa, esprimeva il proprio stupore per il fatto che i processi che si svolgono a Teramo riguardano quasi sempre fatti privi di qualsiasi allarme sociale, quando il territorio esprime segnali di presenze malavitose molto più inquietanti.
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