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Tessera del tifoso: intervista ad un avvocato penalista

Da mesi ormai è aperto il dibattito riguardo alla cosiddetta “Tessera del tifoso” fortemente voluta dall’attuale Ministro degli Interni Roberto Maroni. Tessera del tifoso che dovrebbe essere adottata dalle società a partire da quest’anno. La situazione però non è molto chiara e per questo abbiamo deciso di sentire l’avvocato Giuseppe Milli, avvocato penalista, esperto in diritto sulla legislazione inerente agli stadi.

Innanzitutto può spiegare per chi non lo sapesse cos’è la tessera del tifoso?
La Tessera del Tifoso altro non è che uno strumento simile ad una carta di credito dotato di memoria (o altro?) (il famigerato chip con tecnologia RFID –Radio Frequenza a Identificazione a Distanza) imposto ai tifosi che vorranno andare in trasferta nel settore ospiti o fare l’abbonamento per la squadra del cuore. In realtà la Tessera servirà anche per avviare una gigantesca operazione di marketing attraverso un presunto sistema di fidelizzazione del tifoso che vede coinvolti istituti bancari e società per azioni.
In tal modo il Viminale si sbarazzerebbe della minoranza chiassosa e, secondo gli ideatori della tessera, anche più oltranzista e dedita a delinquere, per far posto ai tifosi fidelizzati che si gioverebbero di avere percorsi differenziati e privilegiati nell’accesso allo stadio e sarebbero fruitori di operazioni simpatia attraverso servizi e utilità legati all’utilizzo della card tessera del tifoso.

Quali sono i punti più controversi di tale provvedimento?
Ve ne sono molti e tutti evidentemente non risolti in quanto è assente una reale campagna di informazione al cittadino-tifoso.
Quali trasmissione televisive vi stanno parlando della questione tessera? Quali organi di informazione stanno ospitando il pensiero di chi la pensa diversamente dal Ministro Maroni? Le uniche manifestazioni di dissenso sono frutto di iniziative autogestite dei gruppi ultras anche grazie all’ausilio della consulenza di un pool di avvocati che, evidentemente, presto hanno compreso quali e quanti limiti e perplessità incontra l’operazione tessera del tifoso così come promossa e pomposamente sbandierata in questi giorni.
Il difetto di genuina informazione fa sì che la gente non possa interrogarsi e decidere con più serenità di giudizio se fare o meno la tessera del tifoso. Altro è invece quello che si vive all’interno del movimento ultras. Il fatto che un tifoso (quasi sempre quello curvaiolo) non possa recarsi in trasferta ed accedere liberamente nel settore ospiti (a suo tempo creato proprio per offrire maggiore sicurezza ai tifosi) se non attraverso quello che definisco “un odioso ricatto” (il possesso della tessera), ha da subito svegliato le coscienze più assopite e, pertanto, oggi la stragrande maggioranza dei gruppi ultras si oppone decisamente alla Tessera.
I limiti più evidenti? Un provvedimento amministrativo mascherato a norma retroattivo , il controllo sociale ed il consumo di massa, la violazione di norme a presidio della libertà oltre che quelle di cui agli artt. 3 e 27 della Costituzione Italiana e delle prescrizione imposte dal Garante della Privacy sull’utilizzo di tecnologie RFID e tanto altro.
Faccio un esempio. Una legge, che entra in vigore modificandone una precedente, deve seguire un iter di formazione previsto tassativamente dal Diritto Costituzionale (decreto legge o legislativo) e soprattutto l’attività di legiferazione parlamentare.
Nel caso che ci occupa la Tessera del Tifoso è stata introdotta solo attraverso una circolare amministrativa con la quale il Ministro Maroni da disposizioni ai Prefetti e Questori affinché, a loro volta, “invitino” le Società di calcio ad adottare detto strumento. Le stesse Società calcistiche,ad esempio, “potranno accettare la sottoscrizione di un nuovo abbonamento solo da chi è in possesso della tessera del tifoso” (cit.).
La differenza che passa tra “potranno” e “dovranno” fa capire al Lettore che il sostegno giuridico è costituito niente più che da un mero atto amministrativo che, come è noto, non ha forza cogente di legge e che non comporta sanzioni di alcun tipo in caso di trasgressione. (vedi in termini strettamente giuridici il valore di una circolare amministrativa.)
Nessuno ha mai posto attenzione sul fatto che tale atto amministrativo sia addirittura imposto per fatti accaduti in passato creando una sorta di anomalia giuridica costituita dalla retroattività tipica di una norma di legge. Infatti per coloro che hanno subito un Daspo (che altro non è che una misura specialpreventiva e non una condanna passata in giudicato) o che sono stati condannati per reati da stadio negli ultimi 5 anni è precluso il rilascio della tessera.
Un atto amministrativo di simile portata potrà impedire a chi ha ricevuto un Daspo dal 1987 ad oggi di ottenere la Tessera che invece regolarmente otterrà chi ad esempio negli ultimi 5 anni si è macchiato di crimini odiosi (perché diversi da quelli cd.”da stadio”) magari in attesa di esecuzione della pena una volta che detta sentenza penale diventi irrevocabile secondo il disposto di cui all’art 27 cost.
Si giunge pertanto al paradosso giuridico secondo cui una misura preventiva potrà incidere in negativo e precludere il rilascio della tessera diversamente rispetto ad una condanna non da stadio ad esempio impugnata in fase di appello.

Le società sono obbligate ad uniformarsi a tale disposizione? E se sì, nel caso non lo facessero a che cosa andrebbero incontro?
Le Società non hanno l’obbligo di uniformarsi al suggerimento-invito ministeriale per il tramite dei Prefetti e Questori competenti e cosi facendo non incorrerebbero in alcuna sanzione ma c’è da giurarci tutte si adegueranno, volgendo le spalle ai propri tifosi più fedeli.
Secondo lei la “lotta” contro la tessera del tifoso portata avanti da numerose tifoserie è una lotta che riguarda solo i cosiddetti ultras o dovrebbe riguardare tutti i tifosi?
E’ una lotta che vede impegnati gli ultras per quanto è stato loro consentito di “capire” ma dovrebbe interessare chiunque abbia un minimo di orgoglio e dignità. Tuttavia temo che la stragrande maggioranza dei tifosi normali non abbia voglia di capire e interessarsi.

Secondo gli ultras la tessera del tifoso è uno strumento inutile e che limita la libertà personale, lei cosa pensa?
E’ uno strumento adottato con una procedura anomala intelligentemente applicata evidentemente per evitare ostacoli parlamentari bipartisan e soprattutto il vaglio della Commissione Affari Costituzionali. Se fosse proposto senza imposizione e lo si qualificasse come una semplice tessera promozione-premi per i tifosi doc sarebbe anche utile. Chi vorrà potrebbe utilizzarla per risparmiare ad esempio sul costo di gadgets e altro. Ma essendo limitativo della Libertà Personale ed inutile negli scopi sbandierati lo considero uno strumento oltremodo negativo. Inoltre pare che la tessera avrà un costo tra acquisto e transazioni bancarie varie. Meglio se tutto fosse gratuito.

Inoltre questo provvedimento le sembra utile per eliminare la tanto citata violenza negli stadi?
Non vedo quale sostanziale efficacia potrà avere. Piuttosto ho forte preoccupazione che tale strumento porti ad un pericoloso rimescolamento del tifo. Mi spiego meglio. Alcuni occuperanno il settore ospiti. Altri andranno in altri settori (è consentito fare il biglietto senza tessera). Altri resteranno fuori lo stadio. Questo per la tifoseria in trasferta. Per quella ospite ci si augura vivamente che quella consistente frangia che resterà all’esterno dell’impianto ( vi sono tifoserie che hanno deciso in tal senso) non costituiscano pericolo per la pubblica incolumità. Sono dell’avviso che la vecchia pratica dell’incanalamento collettivo della massa previ mirati e preventivi controlli di polizia costituisca la misura più idonea a prevenire e contenere l’endemico negativo fenomeno della violenza. Che purtroppo è presente anche nel nostro vivere quotidiano ma questo è tutto un altro discorso.
Anche quella della domenica però ha motivazioni e radici che affondano nella crisi socio-economica che stiamo vivendo e che meriterebbe diversa attenzione e misure completamente diverse da quella adottate e da quelle che si stanno adottando.

Visto che la tessera è sicuramente migliorabile, ci può fare alcune proposte di modifica dell’attuale “tessera del tifoso” oppure pensa che l’unica soluzione sia non farla entrare in vigore?
La tessera del tifoso dovrebbe essere ad uso facoltativo e non costituire uno strumento liberticida. Poi si potrà fare qualsiasi uso di marketing a seconda del desiderio soggettivo di ciascuno di noi.

Concludendo, se vuole aggiungere qualcosa che non è emerso nel corso dell’intervista ma che le sembra utile aggiungere…
L’introduzione della Tessera segna il fallimento della teoria repressiva “Tolleranza Zero” e la fine del Tifo inteso nella sua massima e positiva accezione (colore e calore della collettività e fenomeno di massima aggregazione sociale ). In nome del “Divide et impera” si cercherà di destrutturare l’organizzazione della tifoseria frazionandola in vari sotto gruppi . La massa del tifo organizzato si dividerà in tre fazioni a seconda del predominare di un sentimento rispetto ad un altro. Per alcuni prevarrà la Passione e la Fedeltà ad ogni costo (mi faccio la tessera perché senza la mia squadra non so stare), per altri la Dignità e l’Orgoglio (soffrirò ma non cedo al ricatto e non mi tessero), per altri ancora l’interesse (mi tessero perché il tifo è anche altro).
Concludo invitando tutti a pensare. Questa intervista non vuole indirizzare nessuno per questa o quella scelta. Io non vado più allo stadio da oltre un anno perché avevo da tempo capito tutto. Ho così superato il problema se tesserarmi o meno. E comunque Buona Tessera a tutti.

Fonte: SenzaSoste
tratto da http://ilsecoloxxi.wordpress.com/