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Testimonianze: Razzismo e indignazione sul treno Napoli-Roma‏

“Venerdì 26 Ottobre 2012, ore 14 circa, tragitto sul treno Napoli-Roma col regionale delle 12:33. Arrivati alla stazione Formia-Gaeta il treno non riparte. Nel frattempo, dal vagone successivo al mio, si iniziano a sentire delle voci concitate. Mi porto nella zona di passaggio tra i vagoni per assistere meglio alla scena e capire cosa succede. Si tratta di un extracomunitario che discute con il controllore, il capostazione ed alcuni altri dipendenti di trenitalia. Gli buttano il bagaglio fuori dal treno, giù sul binario. Vogliono costringerlo a scendere. Motivazione: il biglietto di cui si trova in possesso sembrerebbe non essere idoneo al percorso di viaggio richiesto.
Si tratta di uno di quei biglietti nominali, di quelli su cui va scritto a penna il nome del passeggero e che sarebbe di valore inferiore rispetto a quello del tragitto Napoli-Roma, per quanto il passeggero in questione, privo di documenti, dichiari di non essere salito a Napoli bensì solo due stazioni prima di Formia. Sopraggiungono tre poliziotti, fra questi una donna, che comincia a urlare imperterrita “SCENDI! PER FAVORE! DEVI SCENDERE! TE LO CHIEDO PERFAVORE!”, ben lontana, quindi, dalle tecniche a me note degli Anti-konflikt Team tedeschi.
Il tatto e le modalità di approccio psico-comportamentale sembrano ancora non far parte della formazione professionale della polizia italiana. In tutto ben 7-8 persone a dar contro e a stare addosso questo ragazzo sui 22, 23 anni per costringerlo a scendere.
Il problema è sia che il biglietto non è stato compilato -che forse non gli sia stato detto? che non lo sapesse e non lo abbia chiesto? che non sappia leggere le indicazioni in italiano forse presenti sul retro del biglietto compilativo? – sia che non ricopre l’importo della tratta Napoli-Roma (ma lui sostiene e ripete più volte di non essere salito a Napoli). Mi offro di pagare io il costo del biglietto di €11,20 (Napoli-Roma) ma uno dei dipendenti Trenitalia mi dice essere non più quella quota, bensì €61,20 per via della multa cumulativa.
Inizio a discutere, chiedendo un minimo di comprensione e umanità ed anche perchè non sia possibile semplicemente fargli una multa, che poi provvederà a pagare, come richiede anche lui, come da prassi.
Mi viene detto che tanto la multa non la pagherebbe e quando insisto affinchè si chiuda un occhio e si faccia pagare solo il prezzo normale del biglietto, la risposta che risuona è “Questa è la Legge” mentre fa eco da tempo la voce concitata e disperata di questo ragazzo di colore “la Legge è uguale per tutti!”.
Non per lui tuttavia, lui non può ricevere una multa e proseguire il viaggio, lui deve difendersi, stretto nell’angolino di una scompartimento, come su un ring, aggredito verbalmente da tutti i cosiddetti rappresentanti dell’ordine.

“La legge è uguale per tutti”, si, solo per i più deboli, per i poveri, per gli outsider, per gli extra-comunitari, senza documenti e, quindi, senza diritti, nemmeno quelli umani.

Non si tiene conto della sua posizione, la sua resistenza più che giustificata è considerata “Oltraggio a Pubblico Ufficiale” come ci tiene a *sottolineurlare* uno dei poliziotti, mentre la poliziotta continua a far ampiamente risuonare lungo più vagoni i suoi PERFAVORE!, non si comprende che una PERSONA nella sua posizione, senza documenti, con probabilmente la paura di essere reimpatriato, con probabilmente pochi o niente soldi, si senta messo alle strette, che ci sia la necessità di parlagli piano per calmarlo, non di urlargli in faccia, circondandolo in massa in divisa.
Eppure la Legge non è uguale per tutti, nemmeno per noi cittadini italiani. Non per i pedofili, cui viene data la libertà vigilata e se non si presentano per la firma mattutina non vengono controllati (liberi di commettere altri crimini dello stesso genere, come successe l’anno scorso nel sud d’Italia), non per i pirati della strada, che restano impuniti come abbiamo visto in vari casi, non per i politici indagati, liberi di proseguire con i loro crimini finanziari e le consecutive ripercussioni sociali, non per le aziende, che richiedono e ricevono prestazioni di lavoro senza poi retribuirle SE NON dopo svariati lunghi mesi… Loro no, loro non devono pagare. Devono pagare, e subito, coloro che i soldi non li hanno. “Questa è la Legge”.
Ma la Legge ha oramai perduto quasi del tutto il senso intrinseco di Giustizia e Umanità, di cui siamo tutti derubati.

La poliziotta si è lamentata, riferendosi a me, che, ma guarda un po’, ci sono pure persone che si schierano a favore dell’extracomunitario; un dipendente di Trenitalia mi ha detto di tacere, al ché ho ribattuto che avrei parlato quanto e quando volevo, “si chiama Libertà di Espressione questa!”.
Un altro ha detto che avrebbero dovuto fargli pagare anche questi 15 minuti di ritardo, come se ci sorprendesse un tale ritardo da parte dell’azienda Trenitalia.

Che vergogna.

L’extracomunitario è stato infine bloccato da tutti e tre i poliziotti insieme, in malo modo, schiacciato sui sedili nell’angolo del vagone, ammanettato e portato via in manette fra lo sbigottimento di molti, come un delinquente. Il tutto perchè non in possesso del biglietto idoneo al viaggio.
Che vergogna. Era necessario tutto questo dispiegamento di forza per un biglietto sbagliato? Le manette, tuttavia, non le mettiamo a chi con queste ci dovrebbe marcire, invece di continuare a firmare nuovi DDL.

Infine ce l’hanno fatta, l’hanno portato via con la forza, con la violenza, i suoi bagagli ancora sul binario.
La Giustizia Italiana ancora una volta ha vinto.
È l’Umanità che oramai ha perso e si è persa. È svanito l’assioma ‘Legge equivale Giustizia’ e la nostra evoluzione civica purtroppo non comporta maggiore comprensione o utilizzo di tecniche di approccio psico-comportamentali bensì la divisa e l’ego che vi sta dentro sono tuttora ciò che prevale (come nel caso recente e sconvolgente del bambino sottratto alla madre e portato via da scuola a forza dai carabinieri, che sarà segnato a vita da questa storia, cosa, questa, non prevista tuttavia dallo psichiatra).
Sembra che l’Italia diventi sempre più uno Stato di Polizia, “Questa è la Legge” lo slogan giustificativo.
L’unico mio rammarico non aver girato un video con il mio cellulare a supporto dell’intensità di questa vicenda e non aver chiesto il nome al ragazzo di colore mentre veniva portato via, per sapere cosa ne è successo di lui (oramai dopo Aldrovandi e Chucchi, per menzionarne due, dalla Polizia ci si aspetta di tutto). E l’indignazione, la mia come quella di molti, non ha fine.”

P.S.: Oltretutto NAPOLI-ROMA è la stessa tratta nella quale il 31 Agosto 2008 alcune centinaia di tifosi ULTRAS napoletani DIROTTARONO un treno, nel senso che se ne impossessarono prepotentemente e senza legittima autorizzazione, mettendo “un po’ a disagio” i legittimi passeggeri e il personale di bordo: http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/cronaca/calcio-tifosi/calcio-tifosi/calcio-tifosi.html
Ma non fini lì.

Infatti quei facinorosi, all’arrivo a Roma, invece di essere ingabbiati furono addirittura scortati fino allo Stadio Olimpico della capitale, e arrivarono giusto in tempo per vedere la partita di pallone.

Strano comportamento quello dei tifosi, ma soprattutto quello delle nostre forze di Polizia.

In genere, specie alle manifestazioni politiche, per i celerini basta uno spintone per innescare una carica a suon di manganellate. Invece, in quel caso, non servì neppure un dirottamento per far scaldare gli animi dei soliti virulenti tutori dell’ordine (!?), pagati con le nostre tasse.

dott.ssa Pina Toscano -traduttrice, residente a Berlino dal 2005

Comments ( 1 )

  • Anonymous

    non credo siano fatti isolati. ho assistito a una scena simile questa estate sulla tratta venezia-bologna da parte di due dipendenti di trenitalia su un regionale.
    il ragazzo è stato trattato a male parole dal personale di bordo, con fare molto aggressivo e minaccioso.

    comportamenti del genere non sono una novità tra il proletariuccio aristocratizzato. fanno più schifo degli sbirri.