Testimonianze: Storia di ordinaria repressione
- dicembre 09, 2009
- in emergenza, riflessioni, testimonianze
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Ma andiamo ai fatti: il 24 Luglio 2007 centinaia di braccianti agricoli di Palagonia(prov Ct) decidono di iniziare una lotta per il riconoscimento del sussidio di disoccupazione,un diritto sacrosanto negato
a centinaia di lavoratori e lavoratrici che durante la stagione agrumicola si spaccano la schiena in condizioni salariali vergognose! Nel pomeriggio si tiene una assemblea nell’aula consiliare del palazzo comunale e i lavoratori decidono di iniziare la protesta. Nella notte a centinaia si ritrovano a protestare per le vie di Palagonia e verso le 4 del mattino la protesta si sposta sulla strada Statale 417(Catania/Gela). I compagni e le compagne di Rifondazione Comunista appoggiano la protesta e solidarizzano con i lavoratori passando con loro la notte ai blocchi stradali. Una notte difficile da dimenticare per chi come noi continua incessantemente a reclamare diritti e giustizia sociale per i braccianti. Una bella notte d’estate passata tra chi è protagonista delle lotte sociali e vede nello strumento della lotta l’unica via d’uscita alla crisi di un settore che diventa la crisi di una intera comunità. I lavoratori sono determinati e solo la notizia dell’apertura di un tavolo di trattative in prefettura li convince a togliere il blocco stradale e tornare a casa. Felice di aver contribuito alla riuscita della protesta saluto i compagni e dopo la lunga notte insonne mi dirigo verso casa. Abbiamo più volte partecipato in seguito alle manifestazioni dei lavoratori del comparto bracciantile, peraltro la lunga vertenza e tuttora in corso.
Questa è la cronaca oggettiva dei fatti che risalgono ormai a più di due anni fa! La giustizia, meglio chiamarla repressione, si fa attendere e arriva la denuncia e l’avviso della chiusura delle indagini. Dal fascicolo in mio possesso emerge che i carabinieri di Palagonia hanno segnalato 20 persone che si sono macchiate del “grave” delitto di “interruzione di pubblico servizio” e “violenza privata aggravata”! Segnalazioni avvenute per “conoscenza diretta” dei presunti “sovversivi”, senza “fermo” o richiesta di documenti. Non sapevo di essere così “famoso” da meritarmi l’attenzione dei carabinieri. L’accusa si basa sulle denuncie contro ignoti di alcuni automobilisti che a causa del blocco stradale hanno subito “disagi” e quindi un torto. Dovremo sulla base di queste “accuse” subire un processo e con fierezza lo affronteremo.
Quando non si è allergici alle piazze, alle manifestazioni, alle occupazioni si mette in contro che prima o poi una denuncia la puoi anche prendere, e personalmente non ne faccio una tragedia. Ma le accuse ridicole, il privare i cittadini del diritto al dissenso e all’agibilità democratica mi fanno pensare e preoccupare. Le accuse parlano di violenza privata e noi le rispediamo al mittente! Non è forse un atto di violenza privare lavoratori degli ammortizzatori sociali? Non è violento privarli della loro dignità e dei loro diritti? La vera violenza è rappresentata da questo sistema dove l’individuo diventa una merce e come tale può essere venduto e magari dismesso! La violenza dello stato, la violenza dei padroni che lincenziano o non rispettano i contratti collettivi nazionali e privano tutti e tutte dei basilari diritti sindacali. Piuttosto che perdere tempo inutilmente a “segnalare” pericolosi sovversivi, le forze dell’ordine farebbero bene a controllare i luoghi di lavoro dove perdono ogni hanno la vita in migliaia! Rendetevi utili visto che dite di “essere al nostro sevizio”…..
Contro la repressione non un passo indietro!
Valerio Marletta