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Torino. I No Tav processati in aula bunker

Chi lotta contro la mafia della Tav processato nel luogo dove si giudicano i mafiosi. Oggi contestazioni in aula nel processo contro i No Tav. Unificati due procedimenti. Si riprende il 14 febbraio

Riprenderà il 14 febbraio ma nell’aula bunker del carcere delle Vallette il processo a 53 attivisti del movimento No Tav per gli scontri dell’estate 2011, quando venne aperto “manu militari” il cantiere dell’Alta Velocità Torino-Lione a Chiomonte (Torino). Lo ha deciso, nelle fasi preliminari del procedimento in corso, il giudice Quinto Bosio, che ha stabilito anche l’unificazione di due diversi procedimenti penali contro gli attivisti del movimento No Tav.

L’udienza si è aperta ed è stata rinviata dopo tre quarti d’ora. In tribunale questa mattina c’è stata tensione quando il giudice Bosio ha annunciato che le prossime udienze del processo si terranno nella maxiaula bunker del carcere delle Vallette di Torino invece che in una normale aula del tribunale torinese. La decisione del giudice è stata contestata dagli attivisti No Tav imputati e da quelli, numerosi, presenti nel pubblico con fischi, slogan, applausi ironici . “Perché in aula bunker?”, ha gridato un imputato. “Non capiamo perché è stata scelta l’aula adibita a processi per mafia e terrorismo”, denuncia uno degli avvocati difensori degli attivisti No Tav.

Il giudice dopo l’appello ha deciso il rinvio dell’udienza al 14 febbraio, il rinvio è stato motivato dalla volontà di processare insieme i 45 attivisti imputati del processo insieme altri otto No Tav imputati per gli stessi fatti ma arrestati successivamente.