Dal 26 settembre all’1 ottobre i rappresentanti di Italia, Francia, Germania, Stati Uniti, Canada, Giappone e Regno Unito si riuniranno a Venaria per discutere di scienza, industria e lavoro. Prosegue così il tour italiano del G7, che dopo aver fatto tappa in tante città investirà anche Torino con il suo codazzo di ministri e con il suo apparato repressivo. Una vergognosa messa in scena a spese di tutti i cittadini, mentre il paese sprofonda sempre di più i responsabili del disastro fintamente disquisiscono di soluzioni che non hanno. Come potrebbe essere altrimenti? Sono loro e il loro modello di sviluppo alla base di tutti i nostri problemi.
Torino è forse la città che più, in Europa, ha vissuto a pieno le contraddizioni nel campo dell’industria, della scienza e del lavoro: la città (post-)industriale per eccellenza, che sta pagando il prezzo delle loro scellerate politiche in termini di ricadute ambientali e di abbandono delle periferie. Torino è una città emblematica nel mostrare come nel nome del profitto di poche aziende si sia sacrificata la salute e il benessere della collettività, è una città in cui il tasso di disoccupazione supera il 10%, quello giovanile al 40% e le risposte cittadine e nazionali si concretizzano nell’ulteriore precarizzazione e ricattabilità lavorativa.
Siamo certi che nessuno meglio di Poletti e la sua cricca sanno che questo vertice è un affronto alla città. Per questo a settembre i ministri hanno deciso di barricarsi alla reggia di Venaria, mentre è già iniziata la campagna intimidatoria della stampa per creare un clima di paura intorno alle contestazioni. Altro che garantire la sicurezza, l’obiettivo è uno solo: tutti devono stare a casa e i ministri devono poter decidere tranquilli sulle nostre teste..
Lo diciamo chiaro: noi non accettiamo la presenza di un evento simile nella nostra città e ancora di più non vogliamo accettare i falsi proclami fatti che usciranno da quel patetico consesso. Sentiamo la necessità di portare nelle strade un modello alternativo e contrario alle politiche di disuguaglianza sociale promosse dalla governance mondiale dei potenti della terra.
Le giornate di fine settembre saranno l’occasione per ridare voce a tutti coloro che da anni subiscono gli attacchi alla sanità, ai luoghi della formazione, ai territori, ai diritti sul lavoro e all’autodeterminazione delle proprie vite. Vogliamo lanciare una mobilitazione larga, inclusiva e diffusa che si ponga l’obiettivo di riprendersi la città, creando spazi, momenti di discussione e azione nell’arco di tutte le giornate del G7.
Ad un vertice blindato e non rappresentativo vogliamo contrapporre una mobilitazione dal basso. Non lasceremo che sette ministri prendano decisioni sulle nostre vite e sul nostro futuro a porte chiuse.
Crediamo che la vetrina istituzionale del G7 possa rappresentare una tappa importante nel portare l’opposizione di una società che negli ultimi anni ha combattuto, e continua a farlo, contro le politiche europee di austerità e le più recenti politiche del governo Renzi-Gentiloni su lavoro, sicurezza, scuola e ambiente. Per questo tutte le realtà di Torino che fanno della proposta politica d’alternativa, dell’impegno militante e della trasformazione sociale la priorità del loro agire hanno deciso di riunirsi in un’Assemblea Cittadina, per poter portare l’opposizione unitaria di una città che ha vissuto per anni le conseguenze della post industrializzazione e delle politiche sul lavoro.
Come Assemblea abbiamo sentito la necessità di coinvolgere tutti i soggetti e i singoli, attivi a Torino e in tutt’Italia per poter creare un’ampia mobilitazione, costruita dal basso, con un’assemblea nazionale sul G7 che si terrà a Torino, sabato 9 domenica 10 settembre ore 14:00 presso la Cavallerizza Reale.
Serve ripartire da zero. Chi decide su cosa, come sono usate le risorse di tutti, a cosa serve il lavoro: o la ricchezza è per tutti o lavorare non ha senso.
RESET G7!