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Tortura democratica: fine pena mai

Un (ex) ergastolano ostativo libero è l’eccezione che conferma la regola, ma si sente come un reduce: la guerra è finita, ma non è finita nella sua testa.

di Carmelo Musumeci

Questa notte ho sognato di essere di nuovo in carcere, a fare i soliti discorsi che facevo con i miei compagni, per più di un quarto di secolo:

 – La “Pena di Morte Viva” ti lascia in vita. Nient’altro!

– Non abbiamo niente in cui sperare per il resto della nostra vita.

– L’Uomo Ombra ha solo due anime, una per il passato e una per il presente, non ne ha nessuna per il futuro.

– Per un ergastolano ostativo la morte è come un’amica che ti viene a salvare, aprendo il cancello della tua cella.

 – A volte penso che i buoni fuori dal muro di cinta non ci daranno mai la libertà, né la speranza di averla un giorno.

– E se non ci ammazzano non è perché sono buoni, ma per torturarci di più.

– Non è vero che molte vittime dei nostri reati vogliono giustizia… cercano solo una lecita vendetta… nient’altro.

– Gli Uomini Ombra chiamano questo maledetto posto “l’Assassinio dei Sogni”, perché in galera, per vivere, devi sognare.

– L’Assassino dei Sogni è ghiotto dei sogni di noi prigionieri…

– I sogni che gli piacciono più di tutti sono quelli degli Uomini Ombra, perché sono i più belli.

– Devi sapere che il carcere è molto peggio di quello che pensi e di quello che immagini adesso.

 – Io ne so qualcosa, perché sono al quarantatreesimo anno di galera.

– Alla lunga dentro di noi non sopravvive più nessun sogno.

– Credimi, non c’è nessuna via d’uscita davanti a noi.

– L’unica possibilità che  ci è rimasta, per soffrire di meno, è pensare come pensano i morti.

– D’altronde, l’Uomo Ombra non può fare altro che aspettare, aspettare sempre e aspettare ancora, fin quando il suo cuore non smetterà di battere.

– Ti confido che questa mattina, come mi capita sempre più spesso, ho pensato: che cosa ci sto ancora a fare su questa terra? Da qualche anno non riesco più a trovare buoni motivi che mi spingano a vivere.

– Devi sapere che non riesco più a trovare nessuna ragione per vivere: giorni, notti, mesi e anni senza esistere.

– L’Uomo Ombra vive al buio e anche di Dio non può vedere che la sua ombra.

– Viviamo distaccati ed estraniati da tutti gli altri prigionieri, nel nostro mondo di solitudine e ombre.

– Il carcere è un mondo di paura, solitudine e angoscia.

– Persino le sbarre soffrono e piangono, perché sono sbattute e picchiate tutti i giorni per controllare se durante la notte siano state segate.

– Nel cuore di un Uomo Ombra arriva solo l’eco della vita che è al di là dal muro di cinta.

– Qui viviamo solo in un mondo di ombre.

– E possiamo usare solo i nostri sogni per immaginare la realtà che c’è nel mondo dei vivi.

– Il dolore di un Uomo Ombra, che non tornerà mai libero, è come l’acqua di una fonte che non smette mai di sgorgare.

– Per noi vivere è come bruciarsi senza riscaldarsi.

– Gli Uomini Ombra non possono fare altro che stringere i denti e sopportare l’esistenza, perché non hanno neppure il diritto di riposare, visto che non sono ancora morti.

– Siamo come cadaveri in attesa di essere sepolti.

– A differenza dei morti abbiamo la vita, ma che vita?

– L’ergastolo è peggiore della pena di morte perché, mentre i prigionieri defunti dormono e riposano sottoterra, gli Uomini Ombra in vita si dannano l’anima sopra la terra.

– Siamo vivi perché continuiamo a respirare, ma sarebbe meglio essere morti, perché è terribile non essere né vivi né morti. La nostra pena assomiglia a una morte al rallentatore, bevuta a gocce, perché moriamo un po’ tutti i giorni e tutte le notti.

Per fortuna ad un tratto mi sono svegliato e mi sono reso conto che avevo sognato di essere ancora dentro, ma poi ho subito pensato che i 1.784 ergastolani (dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria aggiornati al 2020) si veglieranno, nella stragrandissima maggioranza, da morti, perché i paesi democratici non uccidono una volta sola, ma un po’ tutti i giorni e un po’ tutte le notti e i bugiardi dicono che non lo fanno per vendetta, ma per giustizia.

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