All’interno del Cie “Serraino Vulpitta” di Trapani un immigrato si è tagliato con una lametta per protestare contro la sua insensata detenzione. Ne è nata una rivolta, repressa dalle forze dell’ordine. Questo episodio si aggiunge ad altri fatti simili accaduti nei giorni scorsi in altri centri italiani: da Torino, a Bari, a Milano. Con l’aumento della detenzione da due a sei mesi, il governo italiano innalza a dismisura il livello di disumanità di queste strutture. Privare della libertà per ben sei mesi una persona che non ha commesso reati significa annientarla fino a conseguenze estreme. Sono luoghi infami che vanno chiusi immediatamente. Lo gridano gli immigrati, lo ribadiamo noi.
Coordinamento per la Pace – Trapani
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