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Treviso: Carabiniere sotto processo, accusato di aver pestato un detenuto in cella sicurezza

Carabiniere nei guai, con l’accusa di aver picchiato un giovane detenuto in cella di sicurezza causandogli un danno permanente alla vista. La Procura ha chiesto il processo per lesioni e danneggiamento nei confronti del brigadiere capo E.T., 53 anni.
Il militare all’epoca dei fatti era in servizio alla stazione di Castelfranco; la vittima, il ventintreenne B.H., si è costituita parte civile e nell’udienza preliminare dello scorso 5 maggio ha presentato una richiesta di risarcimento da 140 mila euro e ha chiamato in causa anche il ministero della Difesa. I fatti contestati risalgono al 9 luglio dello scorso anno quando alla stazione di carabinieri di Castelfranco viene denunciato il furto di una moto.
Il proprietario fornisce una descrizione molto accurata del ladro e i militari sospettano si tratti di B.H. di Castelfranco. Scatta il sopralluogo in casa del ragazzo: la moto, in effetti, è custodita nel suo garage. Il ventitreenne viene arrestato e portato nella cella di sicurezza della casera. Qui, verso le 18, va a trovarlo la fidanzata che lo trova in buono stato di salute. Mezz’ora più tardi, alle 18.30, arriva anche la madre che deve consegnargli dei farmaci.
Stando alla ricostruzione degli inquirenti, la madre lo trova in ben diverse condizioni fisiche: un occhio pesto, uno zigomo gonfio. Uno stato che viene rilevato anche dal medico del carcere quando, alle 20, il giovane viene portato dalla cella di sicurezza al carcere di Santa Bona. Il medico che lo visita all’ingresso del penitenziario gli chiede cosa gli sia successo: B.H. dice di essere stato picchiato da un carabiniere mentre era detenuto in caserma.
Il giovane viene mandato al Cà Foncello per essere medicato: qui gli diagnosticano 15 giorni di prognosi per lesioni all’occhio; gli viene prescritta anche una visita oculistica per valutare eventuali danni alla retina. Intanto, dall’infermeria di Santa Bona parte la segnalazione alla Procura del presunto pestaggio. Qualche giorno dopo il ventenne – nel frattempo scarcerato – viene convocato dalla polizia giudiziaria per essere sentito sull’accaduto e in quell’occasione viene formalizzata la denuncia nei confronti del brigadiere E.T.
L’inchiesta del sostituto procuratore Francesca Torri si chiude con la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del carabiniere a cui vengono contestati i reati di lesioni e abuso di autorità contro i detenuti: secondo la ricostruzione della Procura, il brigadiere avrebbe colpito il giovane con pugni al volto e con calci alle gambe.
Ma non basta: al brigadiere viene contestato anche l’abuso d’ufficio. All’origine dell’aggressione, ritengono gli inquirenti, ci sarebbe stato infatti un torto fatto dal giovane a un’amica del carabiniere. Il giovane, nella scorsa udienza, si è costituito parte civile con gli avvocati Pietro Guidotto e Marco Furlan, chiedendo un risarcimento danni di 140 mila euro in quanto i pugni al volto gli avrebbero causato un danno permanente alla vista con restrizione del campo visivo. La prossima udienza è stata fissata per il 27 settembre.
fonte: La Tribuna