Turchia: Erdogan ordina arresti e minacce in vista del voto del 24 giugno
In Turchia inizia l’ultima incandescente settimana di campagna elettorale verso le politiche e presidenziali anticipate, volute da Erdogan che – in accordo con i nazionalisti di destra del Mhp – punta a superare il 50 per cento. A impedirglielo potrebbe essere solo la sinistra curda e turca di Hdp, che ha in carcere quasi tutti i parlamentari, decine di segretari zonali e migliaia di militanti. 326 gli arresti sono nell’ultima settimana.
Erdogan, alla guida della Turchia dal 2003 come premier e dal 2014 come presidente è stato filmato durante un incontro privato per istruire i leader locali del suo partito sulle tattiche da utilizzare nelle prossime elezioni del 24 giugno: consiglia di “prendere il controllo” dei seggi elettorali e dice al pubblico di colpire gli elettori dell’ HDP principale partito di opposizione. Venerdi scorso a Suruc un candidato parlamentare di AKP (partito di #Erdogan) ha sparato contro i negozianti che avevano rifiutato la propaganda elettorale dentro le loro attività. Almeno 5 morti e 8 feriti
Nonostante la repressione e la carcerazione di massa, ieri sera a Istanbul decine di migliaia di persone hanno partecipato al comizio dell’Hdp, dove è intervenuto anche Selahattin Demirtas, cosegretario Hdp, seppellito in carcere ormai da un anno e mezzo.
Le elezioni generali in Turchia si terranno domenica 24 giugno 2018 per il rinnovo dei 600 parlamentari della Grande Assemblea Nazionale Turca e l’elezione del nuovo presidente della repubblica, per cui è previsto un eventuale ballottaggio per l’8 luglio. Tali elezioni, inizialmente previste per il 3 novembre 2019, sono state anticipate dall’attuale presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. Queste sono le prime elezioni dopo la riforma costituzionale approvata dal referendum del 2017 che prevede tra le altre cose l’aumento del numero dei parlamentari (da 550 a 600), il passaggio da repubblica parlamentare a presidenziale e quindi l’aumento dei poteri del presidente (che diventa capo del governo) e la limitazione dei poteri legislativi della Grande Assemblea Nazionale Turca.
Serena Tarabini inviata del Manifesto per seguire le elezioni e collaboratrice di Dinamo Press Ascolta o scarica