Si registra una brutale accelerazione nell’aggressione dell’esercito turco e delle bande jihadiste sue alleate contro il cantone di Afrin, federazione della Siria del nord.
I turchi continuano a bombardare con gli aerei e con l’artiglieria la popolazione civile e si trovano a pochissimi chilometri dal centro della città: un vero e proprio bagno di sangue con decine di civili uccisi negli ultimi giorni.
Le Fds guidate dalle unità di protezione del popolo Ypg/Ypj resistono agli attacchi mentre il KCDK-E (Congresso Società Democratica Curda Europea) invita a scendere in piazza tutti e tutte al più presto.
Appello raccolto per ora da Roma, dopo che un presidio si è svolto ieri a Torino alle 15
Jacopo, redattore di Infoaut che si trova nel cantone di Afrin dall’inizio dell’aggressione turco-jihadista, ci ha inviato ieri sera, 10 marzo 2018, questa corrispondenza nella quale da Afrin si chiede di “rompere il silenzio della comunità internazionale” e dare vita a una “sollevazione per difendere Afrin, ma anche per difendere una speranza per tutta l’umanità”. Ascolta o scarica
Di seguito la trascrizione della corrispondenza:
Nelle ultime ore la situazione ad Afrin si è fatta più critica: l’esercito turco invasore e le bande jihadiste sue alleate si sono avvicinate alla città da diversi lati, in particolare dalla direzione di Shera. Sono a 2,5 km di distanza e minacciano direttamente la città. La situazione dentro Afrin è quella che c’era già in questi giorni, quindi alta densità di popolazione, tanti rifugiati dai villaggi che qui hanno trovato rifugio dalla guerra e dai bombardamenti, mancanza di acqua perché quando i jihadisti e l’esercito turco hanno preso la diga di Meidanki hanno tagliato la fornitura e bombardato le stazioni di pompaggio in altri villaggi. Mancano anche alcuni generi di prima necessità. Adesso il rischio concreto è che nelle prossime ore ci sia una situazione sempre più critica e che attacchino la città; già in questo momento ci sono bombardamenti di artiglieria e di aerei nelle zone periferiche della città.
Il Tev Dem ha chiamato a una mobilitazione generale, a una sollevazione in tutti i posti e le piazze del mondo per difendere Afrin, per fermare il progetto di pulizia etnica che Erdogan e i jihadisti vogliono attuare sulla popolazione di Afrin, per chiedere una no fly zone che fermi i bombardamenti aerei, che sono anche quelli che causano un numero elevatissimo di vittime civili e che se in questa città dovessero aumentare ancora e arrivare fino in centro produrrebbero sicuramente un massacro. Queste azioni sono già in essere in molte città europee, anche in Bashur.
Adesso quello che bisogna fare è rompere il silenzio della comunità internazionale che di fatto è complice con questo piano; questo è quello che a tutti i popoli del mondo viene chiesto di fare per sostenere Afrin e la sua popolazione, per supportare la rivoluzione della Siria del nord e quindi la speranza e l’esempio della rivoluzione del nostro secolo per una società libera e democratica in cui tanti popoli diversi possono vivere assieme e che sia anche una proposta di pace per la Siria. Una sollevazione per difendere Afrin ma anche per difendere una speranza per tutta l’umanità.