Le violazioni dei diritti umani fondamentali e tra i più disparati sono all’ordine del giorno più che mai nella Turchia del regime erdoganiano.
Dopo aver sfruttato al massimo il post-golpe fallito per accentrare ancor di più la propria autorità e avvalersi del consenso di piazza di centinaia di migliaia di persone, le operazioni di attacco a tutto campo alle opposizioni e ai movimenti si sono intensificate.
Non solo migliaia di persone sospettate di filo-golpismo e per le quali di stanno facendo svuotare in fretta e furia le carceri maggiormente sovraffollate di tutto il Paese, non solo il perseguimento scientifico di Pkk e Hdp, con l’appoggio oramai riconosciuto dagli enti governativi europei alle milizie dell’Isis in ottica anti-curda e contro il Rojava rivoluzionario.
L’attacco del regime e dei suoi sgherri tocca anche altre ampie fasce sociali, da giornali di critica sociale fino a chi lotta e si batte contro le discriminazioni di genere.
È da ieri che sta circolando in tutto il mondo la notizia del brutale assassinio di Hande Kader, 22enne attivista LGBTQ, punto di riferimento della battaglia per i diritti di gay,lesbiche,transessuali,queer e tantissime altre persone a dispetto della sua giovane età.
Il suo corpo è stato rinvenuto nelle strade di Istanbul, barbaramente mutilata e bruciata, proprio vicino a quei luoghi dove si era battuta mesi fa contro i divieti governativi a manifestare, finendo in arresto.
La rabbia delle comunità turche è fortissima di fronte a questo ulteriore attacco ai diritti e alle vite nel paese anatolico, anche se il fortissimo clima di intolleranza diffusa, in particolare contro i transessuali, potrebbe inibire eventuali mobilitazioni di piazza.
Di certo, la civile, civilissima Europa che si indigna per i burkini non sembra toccata dalle barbarita’ e dallo stragismo voluto da Erdogan e dal suo esecutivo.
da InfoAut