Ucciso l’ambasciatore russo ad Ankara. Il diplomatico è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco all’inaugurazione di una mostra di fotografia. Altre tre persone a terra. L’attentatore sarebbe un poliziotto impiegato nelle unità antisommossa di Ankara. Il suo nome sarebbe Mevlut Mert Altintas e avrebbe gridato”vendetta per Aleppo” e “questo è il conto per la Siria”. L’uomo è stato ucciso dalle teste di cuoio. Andrey Karlov è stato trasferito in ospedale ma le sue condizioni, subito critiche, sono poi peggiorate fino alla morte.
Proprio nelle scorse ore Putin aveva parlato al telefono con Erdogan in merito ad Aleppo, dove prosegue con forte difficoltà l’evacuazione di islamisti e loro famiglie, accennando pure a eventuali “negoziati tra il governo siriano e la cosiddetta opposizione moderata ad Astana”, capitale del Kazakistan.
Nelle ultime settimane la situazione in Turchia pare ancor più fuori controllo del solito. Dopo gli attacchi con decine di poliziotti e militari morti prima allo stadio del Besiktas e poi contro un bus di soldati e forze speciali a Kayiseri, proseguono in Turchia gli assalti fascisti alle sedi HDP, il partito della sinistra turca e filocurdo.
A decine sono state attaccate e devastate, e, in alcuni casi incendiate, da militanti dell’AKP, il partito di Governo del premier-sultano Erdogan e dell’MHP, il partito di estrema destra, con la connivenza delle polizia, che in alcuni casi ha addirittura partecipato agli assalti.
L’occidente tace sulla repressione feroce di Erdogan. Nel frattempo però continua a stringere accordi, come quello infame sui migranti, siglato a marzo tra Ue e Turchia, che continuerà a essere applicato anche nel 2017.
Per un primo commento sull’assassinio dell’ambasciatore russo ad Ankara sentiamo Murat Cynar, giornalista turco da anni in Italia e nostro collaboratore. Ascolta o scarica qui.