Turchia: Vietato criticare la guerra di Erdogan ai curdi: 42 arrestati per terrorismo
Il Sultano aveva ammonito che l’avrebbe fatta pagare cara a quelli che si fossero opposti all’offensiva militare a Afrin. E continua l’offensiva turca contro i curdo-siriani.
Repressione e bavaglio, bavaglio e repressione: le autorità turche hanno spiccato 42 mandati d’arresto contro persone accusate di “propaganda terroristica” sui social network contro l’offensiva militare di Ankara ai danni di una milizia curda in Siria. Questo per aver ‘osato’ criticare la guerra di Erdogan.
Secondo quanto riferito dall’emittente turca Trt, questi mandati d’arresto riguardano 18 persone a Istanbul e 17 a Diyarbakir, grande città del Sud-Est della Turchia a maggioranza curda, dove questa mattina sono già stati fermati otto sospetti.
L’accusa mossa dalle autorità turche è di “propaganda” in favore delle Unità di protezione del popolo (Ypg), milizia curdo-siriana contro la quale Ankara sta conducendo da sabato un’offensiva militare nella regione di Afrine.
Ankara considera questo gruppo una “organizzazione terroristica” strettamente legata al Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk).
Del resto l’altro giorno il Sultano aveva detto: “Coloro che risponderanno agli appelli dei leader curdi che invitano a manifestare pagheranno un prezzo altp. E’ una lotta nazionale. Schiacceremo chiunque si oppone alla nostra lotta nazionale”.
Nel frattempo, un procuratore di Istanbul ha aperto un’indagine stamane contro 57 persone sospettate di “propaganda terroristica”, “incitamento all’odio” o “insulti al presidente” su Twitter in connessione con la stessa operazione in Siria, secondo l’agenzia di stampa statale Anadolu.
Intanto la carneficina continua. Mentre i turchi continuano a bombardare i villaggi di confine nonostante la presenza di civili, la forze curdo-siriane hanno detto di aver ucciso 24 persone tra militari turchi e milizie filo-Ankara impegnate nell’offensiva contro Afrin.
Particolarmente violenta è stata la battaglia nel villaggio di Amra.
Inoltre undici combattenti delle milizia filo-turche sono stati uccisi mentre erano entrati a Tel Jijan, nel cantone di Shabba.
Ma molte sono anche le vittime sul fronte curdo, visto che dall’ospedale di Afrin è stato lanciato un appello per donare il sangue.
I curdi hanno denunciato la morte di 19 civili e il ferimento di 23 nei comandamenti curdi
Attacchi turchi in Iraq
Mentre attacca i curdi in Siria nell’enclave di Afrin, la Turchia li colpisce anche in Iraq. L’aviazione di Ankara ha fatto sapere di aver compiuto nelle scorse ore nuovi raid nella regione di Zap, nel nord dell’Iraq, contro postazioni del Pkk, i cui miliziani erano sospettati di preparare attacchi contro le basi turche al confine. La Turchia considera come “organizzazioni terroristiche” con legami organici il Pkk e i curdi siriani del Pyd, che controllano anche Afrin. Le forze armate non hanno fornito al momento un bilancio dei bombardamenti, che avvengono periodicamente dalla ripresa del conflitto tra Ankara e il Pkk nel luglio 2015.
da Globalist