Venerdì 14 ottobre, con alcuni dei colleghi promotori della 24 ore per Assange abbiamo partecipato al Wired Next Fest 2022 , ospitato per l’occasione dalla Fabbrica del Vapore di Milano. Ovviamente, senza nulla togliere a tutti i momenti importanti di questo grande festival, ciò che ci premeva più di ogni altra cosa era incontrare Stella Moris, in Assange, e farci aggiornare sulla situazione del marito, Julian Assange, entrando così nel vivo del tema portante dell’evento: “Il futuro della democrazia”. Abbiamo avuto l’onore di incontrare una donna provata, ma tenace e combattiva, che tanto ha fatto e sta facendo per tentare di dare giustizia a questo caso politico senza precedenti. Questa è la trascrizione della videointervista che abbiamo realizzato e mandato in anteprima sabato, durante la 24 ore per Assange.
Come vedi il futuro della democrazia, in questo momento?
Beh, al momento appare molto cupo: l’incarcerazione di Julian degli ultimi tre anni e mezzo è un segnale dei tempi che stiamo attraversando. Julian incarna i principi della responsabilità e della democrazia ed è in prigione e penso che siamo tutti in prigione finché Julian è in prigione e [perciò per la democrazia, n.d.r.] si mette molto male, per come stanno andando le cose.
Penso che quello che è stato fatto a Julian negli ultimi 12 anni sia davvero un segno di come siamo scesi in basso. Sostanzialmente abbiamo perso la democrazia, in effetti appare insensato parlare di democrazia al giorno d’oggi: che cos’è e dove si trova, sarebbe la domanda da porsi.
Per favore, dacci gli ultimi aggiornamenti sul caso…
A giugno, la Ministra dell’Interno del Regno Unito [Priti Patel, n.d.r.] ha approvato l’estradizione di Julian negli Stati Uniti. Nel Regno Unito puoi ancora appellarti alla decisione e Julian sta cercando di farlo, ma la realtà è che potrebbe essere estradato nel giro di pochi mesi. Spero che l’Alta corte esamini il ricorso, ma non ha alcun obbligo di dargli udienza. Quindi al momento stiamo aspettando di sapere dal tribunale se e quando verrà ammessa l’udienza di appello e ovviamente il Regno Unito sta cercando di ritirarsi dal sistema della Corte europea dei diritti dell’uomo, quindi anche quella via per l’appello, che è sempre stata l’ultima misura di protezione in seno al Consiglio d’Europa per le persone i cui diritti sono stati abusati, il Regno Unito la vuole evitare e quindi Julian potrebbe non avere nemmeno la possibilità di ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo, anche se invece speriamo ce l’abbia; se avesse questa possibilità, il caso sarebbe bloccato in quella fase e il Regno Unito dovrebbe onorare la decisione della Corte Europea dei diritti dell’uomo; ma ovviamente, sembra proprio che il governo del Regno Unito voglia ritirarsi da ogni misura di protezione internazionale e andare per la propria strada, in un luogo molto pericoloso.
Vorrei chiederti se, a parte l’importantissimo sostegno del Presidente messicano, ce ne siano stati altri di questo livello?
Julian è un simbolo di democrazia e antimperialismo in molti Paesi; così i Paesi dell’America Latina in questo momento che supportano Julian sono: Argentina, Messico e alcuni altri e stiamo aspettando di vedere i risultati delle elezioni brasiliane, anche perché, come forse saprete, Lula da Silva ha detto che Julian dovrebbe vincere il Premio Nobel per la Pace. Quindi c’è un supporto incredibile in giro per il mondo, la persecuzione politica di Julian è ben compresa in tutto il
mondo: quello di Julian è il maggior caso di persecuzione politica nel mondo, in questo momento: è stato punito e perseguitato perché faceva il suo lavoro di giornalista e viene punito per aver rivelato crimini di guerra e per aver svelato la criminalità diffusa da parte delle superpotenze.
Potresti dirci se c’è stato un aumento di consapevolezza nelle persone su questo caso?
Assolutamente sì: c’è stata una progressiva presa di coscienza nel tempo e penso che questo non sia solo grazie alle campagne, seppure incredibilmente importanti, ma sono sia quelle campagne
cresciute nel tempo, che le persone che si sono informate sul caso; perché i fatti di questo caso e della persecuzione stessa parlano da soli, così si tratta davvero di informare correttamente le persone sul motivo per cui Julian è stato accusato, che poi sono i documenti sulle guerre in Iraq e in Afghanistan, le torture a Guantanamo Bay e così via.
Ma penso che sia anche perché la persona comune è fondamentalmente testimone di questa monumentale ingiustizia e capisce che non puoi tenere in carcere per anni e a tempo indeterminato una persona che non sta scontando alcuna pena: si tratta di detenzione arbitraria nella sua forma più pura, persecuzione nella sua accezione primaria e la persona comune che ha un senso di giustizia e di equità può vedere che ciò a cui viene sottoposto Julian è un trattamento crudele, disumano e di vera e propria tortura.
Riguardo a quest’ultimo argomento di cui ci hai parlato, è molto importante per noi capire il lato umano della storia: vorrei sapere quando è stata l’ultima volta che hai potuto vedere tuo marito con i tuoi bambini e com’è in questo momento la salute di Julian.
Fortunatamente, al momento con i nostri figli di 3 e 5 anni possiamo visitare Julian in carcere due volte a settimana [informazione che Stella mi ha rilasciato in seguito, n.d.r.]. Ma la salute di Julian sta deteriorando di giorno in giorno, perché è quello che fa la prigione; lui è in una cella singola, nel Regno Unito, in quella prigione in cui tengono i prigionieri nelle loro celle per oltre 20 ore al giorno, così l’isolamento è estremamente difficile per lui e ovviamente non sta ottenendo il tipo di movimento fisico di cui ha bisogno per rimanere sano e sta combattendo un’enorme battaglia da quell’ambiente.
È un sforzo notevole per lui e l’assoluta ingiustizia di queste circostanze renderebbe estremamente difficile affrontare questo caso per qualsiasi persona, ma Julian è incredibilmente forte e sapere che c’è molto supporto in tutto il mondo gli dà energia, il fatto che le persone si stanno mobilitando dovunque nel mondo.
Domani [sabato 8 ottobre, n.d.r.] ci saranno numerose azioni in molti Paesi e poi il 15 ottobre qui in Italia e in altre parti del mondo si faranno manifestazioni per chiedere la libertà di Julian ed è importante mantenere alta l’attenzione sul caso ed aumentare la pressione, in modo che il caso di Julian sia veramente compreso per quello che è: una persecuzione politica, non è un processo legale, ma un abuso della legge al fine di perseguitare una persona.
Ma Julian è incredibilmente grato per tutto ciò che la gente fa in tutto il mondo, i gesti grandi e piccoli che le persone fanno per combattere per la sua libertà in diversi modi e non c’è azione che sia troppo piccola. C’è anche molto lavoro di interconnessione tra le persone che supportano Julian. Ci sono punti di forza e di resilienza in questo tipo di azione ed è… la lotta in corso che le persone combatteranno finché Julian non sarà libero: è quel messaggio che è incredibilmente importante continuare a far crescere fino a quando non sarà libero.
È esattamente per questo che non smetteremo di parlare del caso e la prossima settimana faremo la 24 ore con interviste dal vivo a tutte le persone che parleranno del caso, insieme coi miei colleghi di Pressenza che sono qui con me oggi! C’è qualcos’altro che possiamo fare per destare l’attenzione di tutti su cosa sta succedendo e qual è il tuo ultimo pensiero su come cercare di ottenere giustizia?
Julian ha difeso persone in tutto il mondo e ora le persone di tutto il mondo dovrebbero difendere lui. Questo è ciò che ci vorrebbe per liberarlo! Il 15, la maratona di 24 ore per la libertà di Julian è incredibilmente importante, per integrare e consolidare il supporto e dobbiamo portare avanti queste azioni, spero che le persone si facciano coinvolgere sempre di più e che si informino su ciò che sta succedendo nel caso; seguitemi, comprate il libro di Nils Melzer, quello di Stefania Maurizi: sono incredibili e dettagliate ricostruzioni della persecuzione di Julian e mostrano come ciò che viene inflitto a Julian è criminale, rivelando, nel contempo, i criminali che stanno infliggendo il danno ad una persona innocente che ha difeso la democrazia.
Mentre il Covid si aggiunge alle già gravi preoccupazioni per la salute di Julian Assange, i medici implorano il Regno Unito e gli Stati Uniti di rilasciarlo
Dopo il recente, enorme sostegno a Julian Assange espresso nelle manifestazioni avvenute in tutto il mondo e dopo la rivelazione che Assange è in isolamento perché risultato positivo al Covid-19, un gruppo di medici ha scritto al nuovo Ministro dell’Interno del Regno Unito e al Procuratore Generale degli Stati Uniti implorandoli far cadere le accuse e rilasciare Julian Assange dalla prigione di Belmarsh. La lettera inviata il 17 ottobre recita così:
Caro Ministro dell’Interno Braverman e Procuratore Generale Garland,
Noi, un gruppo di oltre 300 medici, psichiatri, psicologi e altri operatori sanitari di più di 35 paesi, siamo profondamente preoccupati che l’estradizione minacci non solo la salute di Julian Assange, ma anche la salute della nostra democrazia. Per il bene di entrambi, vi imploriamo di ritirare le accuse e di rilasciare immediatamente il signor Assange dalla prigione di Belmarsh.
Nel chiedere la libertà del signor Assange, ci uniamo al coro di protesta sempre crescente [1], comprese le migliaia di persone di tutto il mondo [2] che hanno manifestato l’8 ottobre 2022 contro la sua detenzione nel Regno Unito e il tentativo di estradarlo negli USA.
Le minacce alla salute del signor Assange sono il risultato cumulativo di condizioni straordinariamente crudeli, insolite, degradanti e disumane a lui imposte. Queste comprendono:
- più di dieci anni di detenzione arbitraria, con lunghi periodi di isolamento in un carcere di massima sicurezza, nonostante non sia mai stato condannato per un reato;
- campagne di demolizione della sua immagine nei media;
- una persecuzione implacabile che ha sistematicamente violato lo stato di diritto e il giusto processo, e che di fatto aveva scarse basi, come documentato dall’ex relatore delle Nazioni Unite sulla tortura;
- sorveglianza illegale presso l’ambasciata ecuadoriana, che includeva la registrazione video delle sue consultazioni legali e mediche [3];
- piani della CIA per rapirlo e assassinarlo [4].
Inoltre, il signor Assange ha affrontato la potenza di fuoco di almeno tre entità governative statunitensi coinvolte nel tentativo di estradarlo, incluso il Dipartimento di Giustizia che sovrintende al tentato procedimento giudiziario, la CIA che conduce una sorveglianza illegale ed elabora piani per rapimento e omicidio e l’FBI che supervisiona e dà il via libera ai crimini informatici in Islanda commessi da un hacker in un piano per implicare falsamente il signor Assange, come confermato dal governo islandese [5].
In aggiunta allo stress di una persecuzione illegale, il signor Assange ha anche vissuto con la consapevolezza dell’impossibilità di un processo equo se estradato negli Stati Uniti. L’interesse pubblico alla base delle pubblicazioni in questione (compresi i War Log in Iraq e Afghanistan) è stato enorme e ha contribuito a porre fine alla catastrofica guerra in Iraq, eppure non è detto che l’interesse pubblico venga considerato nei procedimenti giudiziari ai sensi della Legge sullo spionaggio [Espionage Act]. Inoltre, nessun imputato di reati riguardanti la sicurezza nazionale è mai stato assolto nel distretto orientale della Virginia, dove il signor Assange verrebbe processato [6].
Queste condizioni nel loro insieme equivalgono a tortura psicologica, come valutato dall’ex relatore delle Nazioni Unite sulla tortura Nils Melzer [7] e da altri esperti medici del settore, tra cui il professor Duarte Nuno Vieira [8] e il dottor Pau Pérez-Sales [9 ].
Come operatori sanitari abbiamo l’obbligo etico di denunciare la tortura dove la rileviamo e di cercare di porvi fine. Per questo motivo abbiamo chiesto la fine della persecuzione di Julian Assange sin dalla nostra fondazione tre anni fa e chiediamo di rinunciare una volta per tutte alla sua estradizione.
La tortura psicologica risultante da questi abusi ha consumato la salute mentale e fisica del signor Assange per oltre un decennio. Questo ha generato non solo il rischio di suicidio, che sarebbe ulteriormente aggravato dalle brutali condizioni nelle carceri statunitensi. Ha inoltre aggravato il rischio di malattie fisiche come le malattie cardiovascolari, che notoriamente aumenta in condizioni di stress psicologico [10]. A conferma di queste preoccupazioni, il signor Assange ha già subito un mini-ictus, avvenuto il primo giorno della sua udienza di estradizione presso l’Alta Corte del Regno Unito.
Ad aggravare queste ingiustizie riguardo la sua salute, è stato riferito che il signor Assange è risultato positivo al Covid-19 l’8 ottobre 2022. Data la sua malattia polmonare cronica, il signor Assange potrebbe essere maggiormente a rischio di gravi malattie derivanti dall’infezione da Covid. Inoltre, la sua salute mentale è ulteriormente messa a rischio dall’isolamento che è stato costretto a sopportare da quando è risultato positivo al test Covid.
È una assurdità che un prigioniero in custodia cautelare mai condannato per un crimine stia languendo nella prigione di massima sicurezza più famosa della Gran Bretagna, quando non avrebbe mai dovuto essere imprigionato. La condizione critica della salute fisica e psicologica del signor Assange sottolinea la necessità del suo immediato rilascio dal carcere. Solo allora potrebbe ricevere l’assistenza sanitaria indipendente, di alta qualità e costante di cui ha bisogno e che non può essere fornita in un carcere di massima sicurezza. Il rilascio di Julian Assange porterà anche alla conclusione di un caso che sta danneggiando la libertà di stampa in tutto il mondo e l’integrità giudiziaria nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
Per tutti questi motivi, vi chiediamo di intervenire urgentemente per porre fine al processo di estradizione e garantire che Julian Assange sia prontamente rilasciato.
Ci auguriamo di avere vostre notizie e vi saremmo grati per una pronta risposta alla luce dell’urgenza e serietà del caso. Si prega di indirizzare la risposta a info@doctorsforassange.org.
Cordiali saluti
Medici per Assange
Medici per Assange è un gruppo di oltre 300 professionisti medici di 35 paesi formatosi nell’ottobre 2019 per esprimere preoccupazione per la salute di Julian Assange, per condannare le violazioni del suo diritto alla salute e alla riservatezza medico-paziente e a per affermare il suo diritto a essere libero dalla tortura.
Medici per Assange. Porre fine alla tortura e all’abbandono medico di Julian Assange. The Lancet 2020; 395: e44–45. https://doi.org/10.1016/S0140-6736(20)30383-4
Medici per Assange. Le continue torture e la negligenza medica di Julian Assange. The Lancet 2020; 396: p22-23. https://doi.org/10.1016/S0140-6736(20)31444-6
Riferimenti:
[1] Reporter senza frontiere guidano una coalizione di 16 organizzazioni nell’invitare il ministro dell’Interno a intervenire urgentemente nell’estradizione di Assange. https://rsf.org/en/uk-rsf-leads-coalition-16-organisations-urging-home-secretary-suella-braverman-urgently-intervene
[2] Migliaia di persone circondano il Parlamento britannico l’8/10/2022
https://www.youtube.com/watch?v=FMJfU4QL1Fw
[3] Agenzie statunitensi spiano Julian Assange nell’ambasciata ecuadoriana https://www.youtube.com/watch?v=qfWoIAsIn6Y
[4] Piani della CIA contro Wikileaks https://news.yahoo.com/kidnapping-assassination-and-a-london-shoot-out-inside-the-ci-as-secret-war-plans-against-wiki-leaks -090057786.html
[5] Il testimone chiave nel caso Assange ammette di aver mentito nell’atto di accusa https://stundin.is/grein/13627
[6] Melzer, Nils (2022) Il processo a Julian Assange, edito da Verso Books
[7] Nils Melzer conferma la tortura psicologica di Julian Assange in una sessione delle Nazioni Unite https://youtu.be/UGqVx_L-Y7M?t=267
[8] Duarte Nuno Vieira è Professore Ordinario (di Medicina Legale, Scienze Forensi, Etica e Diritto Medico) presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Coimbra (Portogallo) e presso la Facoltà di Scienze della Salute dell’Università di Beira Interior. https://www.uc.pt/fmuc/pessoas/docentes/DNVieira; https://www.researchgate.net/profile/Duarte-Vieira
[9] Il dottor Pau Perez-Sales è uno psichiatra e direttore della laurea post-dottorato in Salute mentale in Violenza politica e catastrofe dell’Università Complutense di Madrid. https://en.m.wikipedia.org/wiki/Pau_P%C3%A9rez-Sales; https://www.researchgate.net/profile/Pau-Perez-Sales
[10] Studio clinico sulla correlazione tra stress psicologico e infiammazione sistemica come fattore importante per le malattie cardiovascolari https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36115323/