Ultima generazione: riparte da zero il processo per il blocco della via delle cave
- settembre 14, 2023
- in lotte sociali
- Edit
Un errore della Procura fa annullare il rinvio a giudizio. Quattro persone di Ultima Generazione ed Extinction Rebellion Versilia erano finite a processo in tempo record, mentre gli interessi criminali dietro alle cave si avviano verso la prescrizione
di Ultima Generazione
Dovrà ripartire da zero a causa di un vizio procedurale il processo a carico di quattro cittadini aderenti a Ultima Generazione ed Extinction Rebellion Versilia che erano stati rinviati a giudizio – prima udienza oggi, 14 settembre 2023 – per aver bloccato il 10 giugno 2022 a Carrara la Strada dei marmi per chiedere al Governo di arginare l’estrattivismo indiscriminato che devasta il territorio circostante e tiene sotto scacco la popolazione. La difesa degli imputati ha infatti eccepito che la Procura aveva proceduto con citazione diretta a giudizio, mentre per i reati contestati nel capo di imputazione, la legge prevede che il pubblico ministero debba richiedere il rinvio a giudizio al GIP. La procedura errata seguita dalla Procura ha impedito che venisse celebrata l’udienza preliminare, prevista dalla legge a garanzia degli imputati: da qui la decisione del giudice di accogliere l’eccezione della difesa, annullando il processo, che dovrà quindi ripartire da zero.
La vicenda
Venerdì 10 giugno 2022 quattro persone si sono sedute a terra sulla via che consente ai camion di raggiungere le cave, reggendo due striscioni sui quali era scritto “BASTA DEVASTAZIONE” e “LAVORO NON DISTRUTTIVO”. Due di loro si sono poi legate fra loro con un U-lock e un’altra si è legata a un camion per protestare contro i crimini che settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno vengono perpetrati ai danni della cittadinanza: intere montagne smontate pezzo dopo pezzo, dissesto idrogeologico, distruzione delle falde acquifere, incidenti mortali sul lavoro, infiltrazioni mafiose, disoccupazione diffusa (a questo link foto e video dell’azione).
Ricchezza per pochi, danni a carico dei cittadini
Lo sfruttamento delle cave significa progressiva distruzione di montagne carsiche, preziosa riserva d’acqua, per arricchire pochi, scaricando enormi costi sociali sugli abitanti di Carrara, come denunciato da molti anni da Legambiente Carrara, dall’associazione “Apuane Libere” e dal CAI Toscana, che stima che ogni anno vengano estratti 4 milioni di tonnellate di marmo e denuncia: negli ultimi 20 anni si è scavato più che nei 2000 anni precedenti. Con conseguenze devastanti. Basti pensare che negli ultimi 20 anni, appunto, Carrara è stata interessata da quattro alluvioni: il 23/09/2003 (2 morti); il 13/11/2012, il 5/11/2014 e il 18 agosto 2022 (2 morti e 18 feriti). Nel 2014 venne accertata la responsabilità diretta dei detriti e massi abbandonati ai lati delle cave, che trascinati dalla pioggia erano finiti nell’alveo del torrente Carrione, facendolo esondare per la quarta volta in 11 anni. In questa occasione ci furono anche degli indagati tra gli imprenditori delle cave.
11 anni per i rinvii a giudizio per infiltrazioni mafiose. 1 anno per proteste pacifiche
Era il 2012 quando l’allora vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, Fabio Granata, accese il faro sulle infiltrazioni di sodalizi criminali nelle cave e chiese l’apertura di un’indagine, denunciando diverse pratiche illecite che avrebbero prodotto un’evasione fiscale stimata in 180 milioni in 5 anni. Eppure, per rinviare a giudizio per riciclaggio 8 imprenditori del marmo ci sono voluti addirittura 10 anni, per cui il processo – con prima udienza fissata a dicembre – partirà già a rischio prescrizione. La magistratura è stata invece fulminea nel rinviare a giudizio i comuni cittadini che contro queste infiltrazioni e contro questa devastazione del tessuto territoriale e sociale hanno protestato, nell’interesse di tutti. La prima udienza è stata fissata in tempi record, dopo appena 15 mesi.
Le dichiarazioni di guido e giulio
“Nel 2014 i cittadini assaltarono il Comune per i 450 sfollati e le decine di milioni di danni originati dall’alluvione provocata dai corsi d’acqua intasati dalla marmettola. I canoni di estrazione sono ridicoli e valgono solo se la proprietà è pubblica, mentre se privata (52 cave su 81) ancora meno o addirittura nulla, con miliardi di mancati introiti per l’Erario. Se non bastasse, fin dagli anni ‘80 sono note le infiltrazioni mafiose per il riciclaggio di capitali. Le responsabilità della politica, senza distinzioni di campo, sono del tutto evidenti”, afferma Giulio.
“Questo procedimento giudiziario vede me, Beatrice, Giulio e Michele imputati per aver fermato dei camion che portavano via, a pezzi, le montagne. Le Alpi Apuane sono devastate, ora più che mai da quella che è diventata un’industria estrattiva a esclusivo scopo di lucro di pochi industriali ma che porta un danno gravissimo alla popolazione. In tempi di sempre più frequenti siccità le cave distruggono le falde Apuane e in caso di forti piogge ne aggravano le conseguenze, come si è visto in occasione di alluvioni a Carrara. A volte definiscono noi di Ultima Generazione come ecovandali ma chi sono i veri ecovandali? Basta guardare verso i monti per darsi una risposta”, conclude Guido.
Osservatorio Repressione è un sito indipendente totalmente autofinanziato. Puoi sostenerci donando il tuo 5×1000 e darci una mano a diffondere il nostro lavoro ad un pubblico più vasto e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram