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Un altro nemico del Governo Meloni: l’imbrattatore (senza distinzione alcuna) di muri!

I cosiddetti reati contro il degrado urbano sono puniti con anni di carcere, idem i reati sociali legati ad occupazione di case e immobili sfitti e vuoti da tempo, reati di piazza nello svolgimento di manifestazioni e proteste, stesso discorso vale per i picchetti  sindacali ai cancelli dei magazzini o delle fabbriche come per altro già previsto dai Pacchetti sicurezza. Dopo il provvedimento anti rave oggi arriva l’ennesima scure, questa volta i nemici di turno sono gli imbrattatori di muri.

di Federico Giusti

Dopo la manifestazione di Ultima Generazione con giovani che hanno imbrattato i muri del Senato (con tinta lavabile ) è arrivata la risposta del Governo che ha annunciato di volersi rivalere in sede civile e penale contro questi giovani la cui azione è solo rivolta a sensibilizzare il Governo e l’opinione pubblica sulla emergenza climatica. E al contempo stanno lavorando a un inasprimento di pene per questa tipologia di reati.

Gli imbrattatori di muri possono essere di tanti tipi ma non secondo il Governo, chi imbratta un monumento è trattato alla stessa stregua di quanti organizzano azioni simboliche e di valenza sociale condivisibili o no che siano.

Al contempo, lo si legge sulla stampa nazionale  “stanno attenuando e depenalizzando” altri reati ad esempio quelli riguardanti colletti bianchi e  le azioni contro la pubblica amministrazione.

Due pesi e due misure inaccettabili con la destra al Governo che utilizza strumentalmente i fatti di cronaca per riscrivere i codici penali individuando in quanti commettono piccoli reati, spesso di natura sociale, i nemici dell’ordine pubblico e facendo passare invece sotto silenzio altri provvedimenti ben più gravi caratterizzati da logiche opposte che potremmo definire “garantiste”.

I reati contro la Pubblica amministrazione rischiano così di passare sotto silenzio o comunque di essere ridimensionati dimenticandone la pericolosità sociale anche per i fenomeni corruttivi che li caratterizzano.

I colletti bianchi che commettono dei reati sono puniti in vari paesi europei con anni di carcere mentre in Italia nelle prigioni ci restano per pochi mesi venendo affidati ai servizi sociali con particolare rapidità che stride invece con la cronica lentezza che caratterizza le misure alternative alla pena per i piccoli reati, i reati che potremmo definire dei disgraziati, degli ultimi , degli emarginati. E le pene severe per i reati sociali e politici diventano una autentica mostruosità del diritto

Nel silenzio assenso del Parlamento   all’interno del decreto legge sui rave party, hanno fatto approvare, alla Camera, un emendamento che cancella i reati contro la pubblica amministrazione dall’elenco di quelli “ostativi”, per i quali non sono previsti i benefici penitenziari automatici.

Allora reati gravi che penalizzano i servizi pubblici e gettano discredito sul Pubblico diventano secondari mentre un occupante di casa viene giudicato, al pari dei giovani di Ultima Generazione, rischia anni di carcere, questa è la idea di Giustizia dell’attuale Governo

Severi  allora contro gli ultimi ma accondiscendenti verso le classi sociali abbienti?