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Un anno di guerra e nessuna prospettiva di pace

Un anno di guerra e nessuna prospettiva di pace. Primo anno dall’inizio della guerra con occupazione dell’Ucraina operata dalla Russia. La pace sembra essere molto lontana, soprattutto non pare essere nell’agenda degli attori principali del conflitto quindi Russia ed Ucraina. Ma neppure USA, Nato ed Europa appaiono troppo interessati al cessate delle armi tanto che le aperture della Cina non hanno trovato appoggio.

Putin ha preso parola martedì 21 febbraio, alla Duma, parlando, tra le varie cose, anche della sospensione dello Start, l’ultimo trattato sulla riduzione delle armi nucleari ancora in vigore con gli Usa, per “impedire agli ispettori americani di visitare i siti nucleari russi mentre Washington è intenta ad infliggere una sconfitta strategica a Mosca. Sospendiamo il trattato, ma non ce ne ritiriamo”, ha sottolineato Putin. Il presidente Russo ha poi parlato, molto, all’opinione pubblica interna russa: “continueremo sistematicamente l’offensiva in Ucraina”. Sull”Occidente: “Più useranno sistemi a lungo raggio, più dovremo tenere lontana la minaccia dai nostri confini. L’obiettivo dell’Occidente è portare la Russia ad una sconfitta strategica, vogliono eliminarci per sempre. Sul terreno intanto, in un anno, la Russia ha preso il controllo del 17% del territorio ucraino, mentre le vittime civili accertate sono 7.200 civili, secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti umani che calcola i feriti in 11.756.

Ai microfoni di Radio Onda d’Urto l’editorialista de Il Manifesto, Alberto Negri Ascolta o scarica

Da Varsavia nel tardo pomeriggio di martedi 21 febbraio ha parlato il presidente Usa Biden. “Difenderemo la democrazia a qualunque costo”, ha dichiarato Biden, che poi si è rivolto ai cittadini russi: “l’Occidente non vuole attaccare e distruggere la Russia – ha assicurato – non siete voi il nemico. Se Putin volesse, potrebbe porre fine alla guerra con una parola, interrompendo l’invasione dell’Ucraina”. Al contrario, ha aggiunto Biden, “se Kiev smettesse di combattere, l’Ucraina cesserebbe di esistere”.

Il commento di Fulvio Scaglione giornalista e curatore del blog Lettere da Mosca Ascolta o scarica

A distanza di un anno la situazione è questa: una guerra che si è intensificata per recrudescenza, una guerra di attrito ad altissima intensità e che tutti pensano ormai durerà ancora a lungo, quasi sicuramente per tutto il 2023“. Queste sono la valutazione e la previsione sulla guerra in Ucraina ad un anno dall’inizio dell’attacco russo secondo Mirko Mussetti della rivista Limes: “La Russia si sta preparando ad una guerra ad oltranza, il conflitto rischia soltanto di allargarsi.” L’esperto di geopolitica ritiene che tra gli avvenimenti degli ultimi giorni il più significativo sia l’incontro a Mosca tra Putin e il potente capo della diplomazia cinese Wang Yi: “la visita salda il legame Russia-Cina, l’amicizia senza limiti. La Russia è alle strette e ha bisogno del supporto cinese. La Russia chiede del materiale per poter sostenere la campagna bellica, magari non direttamente le armi – specifica l’analista di Limes – ma componentistica per la produzione in serie di carri armati, droni kamikaze, velivoli, antenne radar ecc. Se Pechino fornisse questa componentistica di fatto questa guerra per procura tra Stati uniti e Russia si allargherebbe anche alla Cina.” Infatti anche se la guerra si è ristretta sul piano territoriale concentrandosi sul quadrante sudorientale dell’Ucraina,  da un punto di vista politico militare in realtà si sta allargando perchè va a coinvolgere sempre più altre nazioni, anche se in modo indiretto. Ascolta o scarica

MOBILITAZIONI

Contro la guerra manifestazioni sono attese in Italia ma non solo con la coalizione Europe For Peace, che unisce centinaia di realtà sociali e sindacali impegnate per l’avvio di negoziati seri e una vera deescalation del conflitto. “Un anno dopo l’invasione russa – si legge nell’appello – emerge il fallimento della strategia Nato che punta sulla guerra a oltranza per la riconquista della Crimea”. Si parte giovedì a mezzanotte con la marcia Perugia Assisi e poi venerdì e soprattutto sabato cortei e mobilitazioni in tutta Italia.

In Italia nella notte in migliaia hanno preso parte alla Marcia straordinaria per la Pace Perugia-Assisi, terminata nella cittadina umbra all’alba di oggi. Ad aprire la marcia lo striscione “L’indifferenza è pericolosa…fermiamo le guerre”.

Fino a domenica sono in programma un centinaio di mobilitazioni nowar organizzate da Europe For Peace, che farà tappa anche nel Bresciano. Stasera primo appuntamento a Breno, in Valle Camonica, dalle ore 18.30, davanti al Municipio. Domenica invece alle ore 15.30 in piazza Rovetta a Brescia.

Europe For Peace invita a promuovere mobilitazioni nelle città italiane ed europee a un anno dall’inizio della guerra sul confine ucraino, per chiedere il cessate il fuoco, stop agli armamenti, dialogo e negoziati di pace.

Flavio Lotti storico organizzatore della marcia per la pace Perugia-Assisi Ascolta o scarica

Mao Valpiana, presidente nazionale del Movimento NonViolento e della coalizione Europe For Peace Ascolta o scarica

Antonio Mazzeo, giornalista a blogger antimilitarista fa un punto rispetto a questo anno di guerra Ascolta o scarica

Maria del Coordinamento contro la guerra e chi la arma  Ascolta o scarica

Josè Novoi del CALP di Genova Ascolta o scarica

Il commento di Achille Lodovisi ricercatore, studioso e autore di diversi libri sul tema guerra Ascolta o scarica

Agostino Zanotti referente della rete Io Accolgo. Ascolta o Scarica

Camilla Bianchi, presidente del Coordinamento degli Enti Locali per la pace e la cooperazione internazionale  Ascolta o Scarica.

 

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