Rischia la “sorveglianza semplice” Simone Ficicchia, attivista ventenne di Ultima generazione (il gruppo ambientalista che aveva imbrattato con vernice lavabile i muri del Senato), per le azioni di disobbedienza civile messe in atto negli ultimi mesi. La questura di Pavia aveva richiesto per il ragazzo una misura di prevenzione pesantissima: la sorveglianza speciale con obbligo di dimora. Una punizione che persino il pubblico ministero Mauro Clerici ha ritenuto eccessiva, “declassando” la richiesta a sorveglianza semplice. «La Procura ha evidentemente ritenuto che i fatti non fossero così gravi da rendere necessaria l’applicazione di una misura così afflittiva come la sorveglianza speciale. E questo ci è di conforto, è già qualcosa», spiega al Dubbio Gilberto Pagani, avvocato di Ficicchia.
E in effetti i comportamenti contestati, tali da invocare misure severissime – applicabili sulla base di indizi, sospetti e non di prove, come prescrive la legge – non sembrano in realtà così “pericolosi” da giustificare ad esempio l’obbligo di non lasciare la propria abitazione nelle ore notturne. Mani incollate al vetro della Primavera di Botticelli, al basamento di Forme uniche nella continuità dello spazio di Boccioni, al vetro dell’acquario di Genova, oltre che qualche blocco stradale per attirare l’attenzione sul cambiamento climatico. Forme di protesta che possono produrre rabbia o ammirazione da parte dei cittadini, ma tutte non violente. L’ultima denuncia è arrivata per aver violato il foglio di via e il divieto di ritorno a Roma, nel giorno dell’azione al Senato, dove stava andando per un’intervista tv.
Eppure per la Questura di Pavia a Facicchia andrebbero applicate misure spesso utilizzate per il contrasto alla criminalità organizzata. «Quella di “pericoloso” è una nozione indistinta, generica, riguarda i soggetti ritenuti pericolosi per la tranquillità e la sicurezza pubblica», spiega ancora l’avvocato Pagani, che su una cosa non ha alcun dubbio: «La misura è stata richiesta sulla base di una posizione prettamente politica, visto che proviene dalla Questura».
È la Questura infatti a definire «oltranzista» il movimento Ultima generazione e a definire il giovane militante «esponente di punta di tale organizzazione, risultando sempre in prima linea nelle azioni delittuose perpetrate da tale associazione». Non solo, per la Questura Fucicchia non possiede «nessuna fonte di reddito documentata e si può logicamente supporre che, seppur solo parzialmente, l’organizzazione a cui lo stesso aderisce possa far fronte, in qualche modo, alle sue spese di sostentamento e di spostamento», si legge sul documento in cui si richiede la sorveglianza speciale. «Impressionanti», poi, vengono definiti «gli episodi di cui si è reso protagonista nell’anno in corso e le numerosissime violazioni di legge».
Non è la prima volta, del resto, che misure così restrittive vengano invocate e applicate a militanti politici. Il caso più noto ed eclatante degli ultimi anni è sicuramento quello di Eddi Marcucci, attivista che nel 2017 andò in Siria per combattere lo Stato islamico, unendosi alle milizie dello Ypg, le unità di protezione delle donne curde. Mentre il mondo plaudiva all’eroismo curdo davanti alla brutalità dell’Isis, una volta tornata in patria Marcucci veniva condannata a due anni di sorveglianza speciale.
Ora tocca a Ultima generazione finire nella lista nera degli «oltranzisti». Tanto da indurre l’ex ministro della Giustizia, il dem Andrea Orlando, a presentare un’interrogazione al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per sapere se «nell’ambito delle sue prerogative e nel rispetto dell’azione autonoma della magistratura, non ritenga di dover verificare la congruità delle misure che vengono predisposte in risposta, in particolare, alla protesta giovanile, al fine di evitare politiche che siano, in modo sterile laddove non controproducente rispetto al fine, solo repressive e criminalizzanti». E le misure chieste per Simone Ficicchia, ricorda Orlando, «che possono essere applicate solo dall’autorità giudiziaria, su proposta del questore, del procuratore nazionale antimafia, del procuratore della Repubblica del distretto di corte d’appello e del direttore della Direzione investigativa antimafia sono state introdotte per il contrasto a gravissimi reati, riconducibili ad esempio alla criminalità organizzata o al terrorismo internazionale». La repressione di movimenti antagonisti non violenti non rientra, in altre parole, tra gli obiettivi della legge.
Ora toccherà al Tribunale, entro trenta giorni, esprimersi sul caso o Ficicchia e accogliere o meno le richieste del pm. Intanto i ragazzi di Ultima generazione, dopo aver manifestato davanti al Tribunale, sono andati in Questura ad autodenunciarsi: «Se Simone è un criminale, allora siamo tutti criminali. Se lo Stato decide di reprimere un 20enne preoccupato continuando indisturbato a condannarci a un pianeta invivibile, allora dovrà fare lo stesso con chi lotta al suo fianco».
da il dubbio