Un detenuto su quattro in cella per droga
- giugno 29, 2016
- in antiproibizionismo, carcere, vittime della fini-giovanardi
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Un detenuto su quattro nel 2015 è entrato in carcere perchè condannato o accusato di produrre, vendere o detenere droghe proibite.
Lo dice il settimo Libro Bianco sulle droghe diffuso dall’Associazione Antigone, con l’adesione di Cgil, Comunità di San Benedetto al Porto, Gruppo Abele, Itaca, Itardd, LegaCoopSociali, Lila, Associazione Luca Coscioni.
Ben 12.284 dei 45.823 ingressi in carcere durante il 2015 sono stati causati da imputazioni o condanne sulla base dell’articolo 73 del Testo unico sulle sostanze stupefacenti che punisce la produzione, il traffico e la detenzione di droghe illecite.
Si tratta del 26,80%. Il documento evidenzia il trend discendente attivo dal 2012, dall’adozione della famosa sentenza Torreggiani e dall’adozione di politiche deflattive della popolazione detenuta.
Il 12 febbraio 2014 la Corte costituzionale ha abolito la legge Fini-Giovanardi, sancendo il ritorno alla legge Iervolino-Vassalli con le modifiche introdotte con il referendum del 1993 e quelle successive introdotte dal decreto Lorenzin.
Il settimo Libro Bianco indaga le conseguenze di questo cambiamento normativo, dopo 8 anni di applicazione della legge rivelatasi incostituzionale. Nella passata edizione era stato rilevato come la diminuzione di 9.000 detenuti avvenuta nel corso del 2014 fosse stata determinata dal calo dei detenuti per detenzione e spaccio di stupefacenti di circa 5.500 unità. Questo dato, seppur parziale, confermato anche dai dati 2015, evidenzia il peso sulla giustizia e sul carcere della legislazione antidroga e rende urgente la modifica radicale del Dpr 309/90 per una completa depenalizzazione del consumo di sostanze stupefacenti compresa la coltivazione domestica di canapa, di misure alternative alla detenzione e di programmi di riduzione del danno.
Oltre sedicimila detenuti, 16.712 per l’esattezza, presenti in carcere al 31 dicembre 2015 lo erano a causa dell’articolo 73 del Testo unico sulle sostanze stupefacenti. Si tratta del 32,03% del totale: un detenuto su tre è imputato o condannato sulla base di quell’articolo della legislazione sulle droghe. I dati confermano il ruolo determinante della legislazione sulla droga nelle dinamiche della demografia penitenziaria: quando cresce la popolazione detenuta, è la legge sulla droga che guida le incarcerazioni; quando essa diminuisce è sempre la legge sulla droga che trascina al ribasso le incarcerazioni. Da quando è iniziato il trend discendente delle presenze in carcere (2010), la popolazione detenuta è diminuita del 23,24% grazie alla diminuzione del 38,77% dei detenuti per articolo 73 del DPR 309/90. Tra il 2014 e il 2015 la riduzione di 1.459 unità della popolazione detenuta corrisponde quasi perfettamente alla diminuzione di 1.283 detenuti per articolo 73. Anche per questo preoccupa la crescita della popolazione detenuta nei primi cinque mesi di quest’anno (1.709 detenuti in più), cui potrebbe corrispondere un aumento delle incarcerazioni per fatti di droga.
Sono state 27.718 le persone segnalate alle prefetture per mero consumo di sostanze stupefacenti, il risultato più basso degli ultimi 9 anni, in ulteriore calo rispetto alle 31.272 del 2014. Ben 26.403 segnalazioni, pari al 78,99% del totale, sono dovute a consumo personale di cannabinoidi. A partire dall’entrata in vigore della legge Iervolino-Vassalli 1.107.051 persone sono state segnalate al prefetto come consumatrici di sostanze stupefacenti illegali, il 72,23% dei quali (quasi 800mila persone) per detenzione di cannabinoidi. Le segnalazioni al prefetto hanno dato luogo a 13.509 sanzioni amministrative e a 151 richieste di sottoposizione a programma terapeutico-riabilitativo, confermando la natura principalmente sanzionatoria della segnalazione al prefetto dei consumatori di sostanze stupefacenti.
Negli ultimi tre anni, le misure alternative alla detenzione si sono assestate intorno ai 22.200 casi seguiti al 31.12 di ciascun anno (22.285 nel 2015). Le misure alternative speciali per tossico/alcoldipendenti in corso al 31.12.2015 ammontavano a 3.053, un quarto dei 12.096 affidamenti in prova e poco più di un decimo del totale delle misure alternative in corso. Tra il 2014 il 2015, registriamo un lieve calo delle misure per tossico/alcoldipendenti, nella misura del 6,32%, però assai più sensibile tra gli affidamenti disposti dal carcere (- 14,93%).
Nel corso dell’ultimo triennio, le misure alternative alla detenzione si sono assestate intorno ai 22.200 casi seguiti al 31.12 di ciascun anno (22.285 nel 2015). Le misure alternative speciali per tossico/alcoldipendenti in corso al 31.12.2015 ammontavano a 3.053, un quarto dei 12.096 affidamenti in prova e poco più di un decimo del totale delle misure alternative in corso
da il dubbio