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Un nuovo insulto alla verità

Sabato scorso centomila persone sono scese in piazza Genova per chiedere verità e giustizia. Oggi assistiamo all’ennesimo schiaffo alla verità. La promozione di uno dei dirigenti imputati al processo Diaz, Giovanni Luperi, nominato capo del Dipartimento analisi dell’ex Sisde – è un nuovo insulto alle migliaia di cittadini che dai 6 anni chiedono verità, una nuova bastonatura per chi fu vittima delle violenze e degli abusi nella “famigerata “macelleria messicana”, definita a suo tempo “una notte cilena” dall’attuale ministro degli Esteri. La sospensione dello stato di diritto avvenuta a Genova nel luglio 2001 non ha portato a scelte serie e forti in difesa delle garanzie costituzionali. Né il governo del tempo, né quello attuale hanno chiesto scusa alle vittime, sospeso i dirigenti implicati, promosso una commissione parlamentare d’inchiesta, come dovrebbe avvenire in un paese democratico, fedele alla lettera e allo spirito della Costituzione. Si è legittimato l’operato delle forze di polizia, protagoniste di ripetute violazioni dei diritti umani e civili. La partecipazione al sanguinoso blitz alla Diaz, che ha macchiato in modo indelebile l’immagine della polizia di stato, sembra aver favorito le carriere dei dirigenti rinviati a giudizio. I cinque-sei imputati di grado più alto sono stati tutti promossi. La nomina dell’imputato Luperi a un ruolo così delicato nell’ambito dei servizi segreti è una triste e preoccupante conferma dell’incapacità del potere politico di garantire e difendere i diritti democratici di tanti cittadini umiliati nelle strade, nelle scuole e nelle caserme di Genova durante il G8 del 2001.
Italo Di Sabato – resp. Osservatorio sulla Repressione del Prc/Se