Der Spiegel anticipa il contenuto di un documento, previste «aree di carcerazione» sul suolo libico. In Italia la ministra della salute, Beatrice Lorenzin ha annunciato l’istituzione di una tessera sanitaria per “tracciare i migranti”
L’Ue, in accordo con il nuovo governo libico sostenuto dall’Onu, sta preparando un piano per impedire «con misure drastiche» il flusso estivo di profughi dal Nord Africa attraverso la rotta mediterranea. Tra le misure, oltre alla creazione di «centri temporanei di raccolta per profughi e migranti» sul suolo libico, si menziona l’ipotesi di «aree di carcerazione». Lo rivela Der Spiegel online che ha visionato un documento di 17 pagine elaborato dal servizio europeo per l’azione esterna che sostiene l’attività dell’Alto rappresentante Ue. Sui centri raccolta e campi di detenzione, gli esperti Ue sottolineano la necessità di trattare con dignità e rispetto dei diritti dell’uomo i migranti e di prestare attenzione alle condizioni speciali di bambini e donne. Sul piano operativo si prospettano aiuti nella formazione di una guardia costiera e di una marina libica attraverso il supporto della missione marina antiscafisti Ue Sofia e nella costruzione delle infrastrutture di polizia e giustizia. Il documento evidenzia inoltre le difficoltà di individuare al momento interlocutori libici sicuri.
«L’Ue ha più volte detto di essere pronta a sostenere il governo libico in un certo numero di settori, incluso l’aiuto umanitario, la migrazione, la sicurezza. È stato ribadito anche all’ultimo consiglio Esteri. Il lavoro preparatorio è in atto, in particolare per sostenere la gestione delle frontiere, lottare contro la migrazione irregolare ed i trafficanti», così un portavoce dell’Unione europea, dopo la pubblicazione di Der Spiegel. «Il rispetto per i più alti standard dei diritti umani e delle leggi internazionali è al centro del nostro lavoro. E questo è il principale obiettivo del nostro lavoro preparatorio: dare sostegno alle autorità libiche affinché assicurino che la gestione di migranti e profughi in Libia sia in linea con questi standard, per assicurare loro condizioni dignitose – afferma il portavoce -. Continueremo a lavorare in stretto coordinamento con l’Unhcr e l’Oim per aiutare nella gestione dei flussi di migranti e richiedenti asilo».
In Italia la ministra della salute, Beatrice Lorenzin ha annunciato l’istituzione di una tessera sanitaria per “tracciare i migranti”
«Partiamo con il progetto tessere sanitarie ai migranti», ha annunciato la ministra della salute, Beatrice Lorenzin. La tessera – simile a una smartcard, con i dati sulla salute della persona, ma anche un software statistico che grazie a un algoritmo consentirà al medico in tempi stretti di valutare il rischio che un migrante ha di sviluppare particolari malattie infettive, fino a visite mirate per la determinazione dell’età dei ragazzi non accompagnati – rientra nel progetto Ue «Care», con l’Italia capofila con l’Istituto Nazionale Salute, Migrazioni e povertà (Inmp), e sarà consegnata da luglio negli Hotspot di Lampedusa e Trapani, oltre che in quelli degli altri paesi coinvolti (Grecia, Malta, Croazia, Slovenia).
«Tracceremo lo stato di salute di ogni singolo migrante che entra in Europa e garantiremo, allo stesso tempo, anche una maggiore sicurezza perché si introdurrà un elemento di tracciabilità delle persone in entrata», dice Lorenzin.
I migranti al di sotto dei 18 anni rappresentano circa il 30% degli arrivi. Molti di loro non sono accompagnati, capire quanti anni hanno gli adolescenti non è sempre facile.
«Fino ad oggi – spiega Gianfranco Costanzo, dell’Inmp, coordinatore del progetto Care – abbiamo utilizzato la radiografia del polso. Il nostro ministero della Salute ha messo a punto un metodo olistico multidisciplinare, approvato dalla Conferenza delle Regioni, che prevede una visita del pediatra auxologo e quella di un pediatra dell’età evolutiva. La loro valutazione incrociata, senza necessità di radiografie, permette una valutazione molto più precisa», aggiunge il coordinatore sottolineando che il progetto complessivo «è stato sviluppato per la tutela della salute del migrante. Un’attività che, se efficace, ha come conseguenza anche una maggiore tutela della salute della comunità di accoglienza», conclude Costanzo.
da il manifesto