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Un prigioniero palestinese è morto in sciopero della fame

Khader Adnan è deceduto in carcere dopo quasi tre mesi di sciopero della fame rifiutando esami e cure mediche

di Gianni Sartori

Il prigioniero palestinese Khader Adnan (45 anni), è morto in carcere nella notte tra il 1 e il 2 maggio. Il decesso è stato la fatale conseguenza di un lungo sciopero della fame di quasi tre mesi (era iniziato il 5 febbraio) per protestare contro la sua detenzione in Israele.

Originario della Cisgiordania, era stato arrestato varie volte e aveva già protestato con altri scioperi della fame.

Rinvenuto privo di sensi, l’esponente della Jihad islamica in Cisgiordania (organizzazione classificata come terrorista, oltre che Israele, anche da Stati Uniti e Unione Europea) veniva trasportato in un vicino ospedale dove i medici non potevano che confermarne la morte. Nella mattinata di martedì, all’annuncio della sua tragica fine, dalla Striscia di Gaza venivano lanciati alcuni razzi contro Israele, ma senza causare vittime.

Stando al comunicato dell’amministrazione penitenziaria, il militante palestinese avrebbe rifiutato sia di sottoporsi a esami medici, sia di ricevere assistenza e cure adeguate.

Come aveva confermato la moglie, Randa Moussa, il 28 aprile. Aggiungendo però che il marito era “rinchiuso in cella in condizioni molto dure” e che le autorità israeliane “si erano rifiutate di trasferirlo in un ospedale civile e non avevano consentito una visita del suo avvocato”.

Per Qaddoura Fares, portavoce dei prigionieri palestinesi detenuti in Israele, si tratterebbe del primo detenuto palestinese morto in sciopero della fame in un carcere israeliano.

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