Negli Stati Uniti il 4 luglio non sarà più ricordato semplicemente come la data in cui nel lontano 1776 il paese ha adottato la Dichiarazione d’indipendenza dalla Gran Bretagna, ma anche come il giorno in cui si commemoreranno le sei vittime della sparatoria di massa avvenuta a Highland Park, a nord di Chicago nello stato dell’Illinois. Oltre ai sei decessi le autorità sanitarie locali hanno prestato soccorso a trentuno feriti, di età compresa tra gli 8 e 85 anni.
di Youssef Hassan Holgado
Dopo otto ore di ricerca i reparti speciali della Swat e la polizia locale schierata per presidiare la parata del 4 luglio hanno fermato il presunto killer di 22 anni, accusato di aver sparato contro la folla con un fucile da un tetto limitrofo al luogo delle celebrazioni. Non è ancora chiaro il movente alla base dell’attacco ma la sindaca di Highland Park, Nancy Rotering, ha detto in un’intervista rilasciata a Today show che l’arma pesante è stata ottenuta in maniera legale: “Non so da dove provenisse l’arma, ma so che è stata ottenuta legalmente”. La demografia dell’area non fa pensare che sia un attacco a sfondo razziale, scrive il New York Times. Stando all’ultimo censimento, l’84,7 per cento della popolazione di Highland Park è bianca, seguita dai latino americani (8,9 per cento) e dagli asiatici (2,9 per cento). Gli afroamericani sono solo l’0,8 per cento dei residenti.
Sempre lo scorso 4 luglio, a poco meno di 800 miglia di distanza, a Philadelphia, c’è stata un’altra sparatoria. Il bilancio è di due agenti feriti, ma la polizia locale non è ancora riuscita a identificare e arrestare chi ha sparato sulla folla, che anche qui – come a Highland Park – stava festeggiando l’Independence day.
Le sparatorie del 4 luglio sono soltanto le ultime in ordine cronologico di un trend che negli ultimi anni è in crescita. Stando alle statistiche del Gun violence archive, un ente di ricerca no-profit che elabora report basandosi sui documenti della polizia, notizie giornalistiche e altre fonti aperte, dal 1° gennaio 2022 al 5 luglio ci sono state 315 sparatorie di massa, dove per queste si intende un evento in cui almeno quattro persone vengono rimaste ferite o uccise. Sempre secondo l’organizzazione, la sparatoria di Highland Park è stata la quindicesima di quest’anno in cui almeno quattro persone sono state uccise negli Stati Uniti (nel 2020 la conta si è fermata a 28). Nel 2021 si sono verificati 692 sparatorie di massa, un aumento rispetto alle 611 del 2020 e soprattutto alle 417 del 2019.
Negli Stati Uniti al 2014 al 2019 non si sono mai superate le 400 sparatorie di massa per anno e negli ultimi tre anni i dati dimostrano che la media è sempre più alta. I numeri di quest’anno sono in linea con il massimo dell’anno scorso se si confrontano i dati fino al 5 luglio. Dal 2020 a oggi è aumentato anche il numero delle vittime. 105 nel 2020, 153 nel 2021 e 87 solo fino al 4 luglio di quest’anno (incluse anche le sei vittime accertate dell’attacco a Highland Park).
La pesante cronologia sanguinaria del 2022 è iniziata lo scorso 23 gennaio a Milwaukee quando la polizia ha trovato sei persone morte uccise a colpi di pistola all’interno di un’abitazione. Si ricorda poi quella del 3 aprile a Sacramento quando cinque uomini armati hanno ucciso sei persone e ferito altre 12.
Il 12 aprile a New York è stata sfiorata la tragedia quando un uomo, arrestato nelle ore seguenti dalla polizia e ora accusato di attentato terroristico, ha sparato all’interno di uno dei vagoni della metropolitana ferendo dieci persone. Altre 16 persone sono rimaste ferite in una sparatoria avvenuta sempre a Milwaukee il mese seguente.
Sempre a maggio, il 14, un giovane ha sparato contro 13 persone in un supermercato di Buffalo ferendone a morte dieci. Per gli investigatori l’aggressione è “racially motivated”, ovvero a sfondo razziale. Le vittime erano tutte afroamericane. Dieci giorni più tardi, a Uvalde, in Texas, si è consumata la strage peggiore avvenuta in una scuola dal 2012 quando nella Sandy Hook elementary school (in Connecticut) sono stati uccisi 20 bambini e sei adulti. A Uvalde un giovane è entrato con armi pesanti nella Robb elementary school e ha ucciso 19 bambini e due insegnanti.
Il primo giugno sono state uccise cinque persone vicino al San Francis hospital a Tulsa, mentre tre giorni più tardi a Filadelfia in una sparatoria sono morte quattro persone altre 12 sono rimaste ferite. Una lunga lista che si è aggiornata anche ieri, quando in Wisconsin una persona è stata uccisa e quattro sono rimaste ferite nella 315esima sparatoria di massa dell’anno.
A ogni strage torna al centro del dibattito pubblico americano il tema della prevenzione e del controllo delle armi. Ma il caso dell’Illinois è singolare. In un articolo del New York Times si legge che questo stato è al sesto posto tra quelli che hanno adottato leggi più severe in tema di sicurezza delle armi mentre è al nono posto per il tasso di possesso di armi. A Highland park, invece, nel 2013 un’ordinanza locale ha vietato le armi d’assalto come gli Ak-47.
Tra gli ultimi provvedimenti c’è la legge approvata dal Congresso a un mese dalla strage di Uvalde. Il testo prevede l’aumento dei controlli sul possesso di armi degli aspiranti acquirenti condannati per violenza domestica o crimini giovanili significativi. Il giorno della firma della legge il presidente Joe Biden aveva detto: “Se Dio vuole, salverà molte vite”.
da il domani