Amnesty International Usa ha divulgato un rapporto dove si denunciano 125 casi di violenza da parte delle forze di polizia verso manifestanti, medici, giornalisti e osservatori legali, avvenuti in 40 stati e nel Distretto di Columbia, nel periodo tra maggio e giugno, dopo l’uccisione di George Floyd.
L’organizzazione ha dichiarato che «ancora e ancora, le forze dell’ordine hanno usato la forza fisica, le sostanze chimiche urticanti, proiettili di gomma, arresti e detenzioni arbitrarie come prima risorsa contro manifestazioni in gran parte pacifiche» e per «imporre il coprifuoco».
Amnesty international ha specificato che tra il 26 maggio e il 5 giugno sono stati documentati 89 casi di «uso non necessario» di gas lacrimogeni in 34 stati, e 21 incidenti relativi a un «uso illegale» di spray urticante in 15 stati e Washington DC da parte della polizia statale e locale, delle truppe della Guardia nazionale e dei funzionari federali.
Il rapporto rivela «una preoccupante mancanza di progressi» dalle proteste equivalenti del 2014 a Ferguson. «Solo 3 stati, California, Washington e Missouri, hanno fatto passi importanti e progressivi», si legge nel rapporto.
A poche ore dalla diffusione del rapporto, sono trapelate, per la prima volta, due video registrati dalle bodycam della polizia, e che mostrano l’omicidio di George Floyd dal punto di vista degli agenti.
In entrambi i video si sente Floyd chiedere aiuto e chiamare sua madre per diversi minuti; in un video, l’ex agente Thomas Lane si approccia a Floyd cercando di tirarlo fuori a forza dall’auto, puntandogli contro una pistola. Più tardi nel video, Floyd cade a terra mentre gli agenti lo guidano verso un’auto della squadra. «Smetti di cadere», gli dice uno degli agenti.
Non appena Floyd cade sul marciapiede, il video mostra le mani guantate dell’ex ufficiale Derek Chauvin su di lui, e il suo ginocchio sul collo di Floyd. «Per favore, non riesco a respirare – dice a quel punto Floyd – Per favore, amico». L’agente risponde: «Rilassati. Puoi respirare bene, stai parlando bene ora». Ma Floyd insiste: «Non riesco a respirare».
Mentre la gente si raduna, il video della bodycam mostra Kueng prendere il polso di Floyd. Ora c’è un’indagine sulla diffusione dei filmati delle bodycam, in quanto finora il tribunale aveva permesso la visione dei filmati solo a persone autorizzate, anche se le descrizioni dei contenuti erano state divulgate. Il video della bodycam dell’agente Kueng non è stato pubblicato.
Marina Catucci
da il manifesto