Valditara il permaloso: querele per studenti, giornalisti e scrittori
- dicembre 18, 2024
- in lotte sociali
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Dopo Christian Raimo anche il giornalista Giulio Cavalli e lo scrittore Nicola Lagioia sono stati querelati del ministro dell’Istruzione (e merito) Giuseppe Valditara
di Luciana Cimino da il manifesto
Deve essere stata una settimana impegnativa per gli avvocati del ministro dell’Istruzione (e merito) Giuseppe Valditara, tutta spesa a confezionare querele e citazioni. Fatto sta che ieri mattina un giornalista, Giulio Cavalli, e uno scrittore, Nicola Lagioia, si sono svegliati scoprendo di essere stati iscritti nel club dei querelati dagli esponenti del governo di destra centro, premier inclusa.
Valditara ama sanzionare o premiare singoli dirigenti o docenti attraverso i comunicati stampa. Esordì rimproverando una preside di Firenze per una lettera agli studenti in cui ricordava i crimini del fascismo e ha concluso il 2024 lodando pubblicamente la dirigente anti occupazioni del liceo Virgilio di Roma. Per tacere dei casi più eclatanti come la sospensione dello scrittore e docente Christian Raimo per una frase pronunciata durante la festa del suo partito, Avs.
Ieri il ministro leghista ha dato segno di voler superare in permalosità i colleghi dell’esecutivo Meloni. Cavalli è stato querelato, assieme al direttore Pedullà, per un articolo sul quotidiano La Notizia in cui associava alcune pratiche del governo al razzismo. Lo scrittore premio Strega, invece, è stato «cordialmente citato in giudizio per diffamazione con una richiesta di 20.000 euro di danno», come ha comunicato lui stesso sui social.
«La mia colpa – spiega Lagioia – consisterebbe nell’aver criticato mesi fa, alla trasmissione di Serena Bortone su Rai3, lo stile di un suo tweet, scritto a mio parere molto male, sulla limitazione degli stranieri nelle classi italiane». «Quel tweet – prosegue lo scrittore – fu attaccato da tantissime persone in quei giorni per la sua nebulosità, con toni ben più aspri del mio, ma il ministro decide di querelare me». Il messaggio del titolare del Mim era effettivamente problematico, tanto che lo stesso ministro fu costretto a giustificarsi dichiarando che lo aveva dettato al telefono, di fretta.
Immediata per i due malcapitati è scoppiata la solidarietà sui social. Il tentativo di Valditara di scoraggiare ogni tipo di critica con querele che difficilmente supererebbero la prova dell’aula, non è passato inosservato. Anche perché nel pomeriggio i legali del leghista sembrano quasi preannunciarne un’altra, quando intervengono per redarguire il senatore dem Verducci reo, secondo loro, di aver riportato male la vicenda. «Ogni altra ricostruzione che vorrebbe additare il ministro come un potente o addirittura un intimidatore non trovano ragione di esistere nei fatti e nelle carte – ha sottolineato l’avvocato Alessandro Paone -. Questo è un pericoloso modo per deresponsabilizzare sull’uso delle parole come strumento di violenza e di odio sociale».
Dall’opposizione la critica è unanime. «Questa ennesima assurda vicenda – dichiara Nicola Fratoianni di Avs – la dice lunga sull’impossibilità di avere un confronto civile e democratico». La vice presidente M5S Chiara Appendino chiede al ministro «se ha questo tempo da dedicare a querelare chi la critica, è lecito sperare che lo abbia anche per sistemare le scuole italiane o se glielo chiediamo si offende?».
Valditara prova a tacere finché non legge le parole della segretaria del Pd: «Chiediamo al ministro e alla presidente Meloni se esista ancora in questo paese la libertà di manifestare il proprio pensiero». Il leghista sceglie di rispondere solo a lei per personalizzare lo scontro, come vede fare alla premier: «Schlein è per la libertà di insulto, confonde la critica con l’offesa e l’ingiuria. Non è questa la cultura del rispetto che ci sforziamo di insegnare ai nostri giovani».
Lui ad esempio ci ha provato, coerentemente, con lo stesso metodo: giusto un anno fa, il 13 gennaio, annunciò di aver dato mandato ai suoi avvocati di querelare la Rete degli Studenti di Milano per aver citato in un volantino il ministro, assieme ad altri rappresentanti delle istituzioni, tra i «mandanti» delle «tre morti sul lavoro che si verificano ogni giorno in Italia» e dei tre ragazzi rimasti uccisi durante l’alternanza scuola lavoro.
Gli studenti all’epoca, sebbene il fatto fosse ancora più inquietante, non ebbero molta solidarietà. «Valditara ha un chiaro problema col dissenso – commentano dall’Unione degli Studenti -. La querela di Lagioia è solo la punta dell’iceberg di un costante tentativo di repressione verso la comunità scolastica e in generale il mondo della cultura».
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