Ventenne si uccide in cella: scoppia la rivolta nel carcere di Padova
Ragazzo si impicca con i lacci delle scarpe dopo una violenta lite con un agente: sommossa dei detenuti durante l’ora d’aria
Nella casa circondariale sono arrivati tutti. Carabinieri, polizia, il pubblico ministero Federica Baccaglini. E quando si è fatto buio sono arrivate anche le squadre dei vigili del fuoco, impegnate ad illuminare il cortile del carcere dove i detenuti non sono mai rientrati dall’ora d’aria.
Il giovane marocchino morto divideva la cella con altri compagni: aveva vent’anni, era in Italia con un regolare permesso di soggiorno, e recentemente era stato arrestato perché aveva un etto di hashish. Era il primo pomeriggio di Ferragosto quando il ragazzo ha avuto un violento diverbio con un agente di polizia penitenziaria. I motivi ancora non si conoscono. Quello che si sa è che sarebbero venuti alle mani. E ad avere la peggio sarebbe stato l’agente. Durante una colluttazione il ragazzo gli avrebbe causato la lussazione di una spalla.
Il ventenne marocchino però quel giorno non è andato in cortile per l’ora d’aria. Quando è rimasto da solo in cella ha preso i lacci delle scarpe – che non si sa dove possa aver trovato – e ha formato un cappio. Quando gli agenti hanno fatto la scoperta del tragico gesto il giovane marocchino era ancora in vita. È stato subito soccorso e trasportato all’ospedale Sant’Antonio. Il ragazzo non ha più ripreso conoscenza e nella tarda mattinata di ieri è deceduto.
Le notizie in carcere passano di bocca in bocca. E tutti gli extracomunitari della Casa circondariale erano in attesa dell’ora d’aria. Ma già nel primo pomeriggio la polizia penitenziaria aveva capito che la situazione stava degenerando. E le prime urla si sono udite un attimo dopo l’uscita in cortile. Il motivo? I detenuti extracomunitari sostenevano che il giovane marocchino si è ucciso per i motivi che avevano causato il litigio con l’agente di polizia penitenziaria. La rivolta è parsa subito grave. Le guardie del carcere si sono rese conto che non ce la facevano a gestire la protesta. Era iniziata una vera e propria sommossa.
Amnistia per i reati legati alla fini-giovanardi:legge criminale e criminogena. e in galera i responsabili dello ..stato attuale dell’arte.