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Ventimiglia e Como, dove il sogno europeo diventa dramma

A Ventimiglia e a Como finisce il sogno europeo. Quel che accade nelle due città italiane è solo la parte finale di un paradigma creato da mercanti e banchieri e che mostra tutta la sua debolezza. Il viaggio negato ai migranti a causa della chiusura delle frontiere porta con se il dramma individuale di chi paga sulla sua pelle le scelte politiche dei diversi paesi. Ma i migranti pagano anche le scelte della politica locale: la permanenza forzata nelle città è, infatti, materia di governance cittadina e di ministero degli interni.

Ventimiglia è città militarizzata. Si vieta ogni forma di solidarietà attiva con i migranti. Solo il campo della Croce Rossa, volutamente posto ai margini della città ligure, è autorizzato ad ospitare ragazze e ragazzi oltre che dar loro cibo. Dal Comune alla Prefettura non paiono esserci forme d’intermediazione positiva e solidali. Solidali e migranti vengono cercati in città, identificati, e quando possibile cacciati. Le deportazioni sono all’ordine del giorno. Da qualche tempo i migranti vengono portati in Sardegna, per rendere quasi impossibile per loro tornare sulle rotte della migrazione.

Diversa la situazione a Como. Il comune certamente non è coraggioso ma allo stesso tempo non è ostile. Non sgombera il campo davanti alla stazione e sta cercando con la prefettura di allestire un campo, li vicino, con container. Nella città lombarda non c’è pressione poliziesca. I respingimenti partono da Chiasso, non da Como. La direzione è il sud Italia, Taranto la privilegiata.

La politica è il nodo. Sia nella pratiche d’accoglienza e solidarietà, che, e soprattutto, nella creazione delle possibilità di continuare il viaggio. Ma la politica è anche il luogo delle speculazioni: la Lega fa campagna elettorale gridando agli sgomberi e alle cacciate di massa. Le difficoltà della sinistra istituzionale si vedono anche nell’incapacità di occupare uno spazio di dibattitto e di consenso. Forse la sfida più grossa per l’ampio e complesso mondo della solidarietà che lega Ventimiglia, Como, il Brennero, Milano con Idomeni, Calais e i tanti punti sulle mappe d’Europa dove il fallimento del paradigma si esplicità è proprio quello di saper colmare il buco politico e d’opinione che le sinistre istituzionali non sono in grado di colmare generando così un cambio di passo.

Intanto la frontiera tra Svizzera e Germania è diventata invalicabile, e così a sud, la Svizzera ha bloccato qualsiasi passaggio dall’Italia. In Francia invece pare che in qualche modo si possa passare. E’ difficile e complesso. I migranti a Como sono così diventati oltre 500 e prossimi ai 600.

Noi diamo aggiornamenti da Ventimiglia e da Como con alcuni voci di attivisti solidali che sono sul campo:

Da Ventimiglia sentiamo una compagna del progetto 20K Ascolta o scarica

Da Como un solidale Scarica o ascolta

da Radio Onda d’Urto