Ricordate i migranti di Ventimiglia e le loro coperte termiche (“i migranti d’argento”)? Ci sono due cose che dovremmo sapere. La prima: anche sei i media si sono distratti i migranti sono sempre lì, vittime di una strategia a bassa intensità: la digos che minaccia lo sgombero un giorno sì e l’altro pure al solo scopo di farli partire “volontariamente”, ronde di polizia che cercano di interrompere il flusso di migranti dal centro di accoglienza della stazione al presidio, il sindaco che vieta la somministrazione auto-organizzata di cibo e bevande. La seconda: lo straordinario e imprevisto luogo di solidarietà e lotta nato tra migranti e non resiste e fa un appello: insieme cuciniamo, mangiamo e discutiamo, venite a trovarci. Estamos a qui
Movimento, solidarietà, resistenza
“Non è in atto alcuno sgombero a Ventimiglia”. Alla luce di quanto sta accadendo al presidio “No Borders”, le parole del ministro dell’interno Angelino Alfano appaiono coerenti agli obiettivi del governo. La strategia impostata dal potere infatti non richiede un’azione di forza come quella che un mese fa ha prodotto l’indignazione di tutti i benpensanti. La digos locale minaccia lo sgombero un giorno sì e l’altro anche al solo scopo di fare partire “volontariamente” i migranti, mentre ronde di polizia cercano di interrompere il flusso di migranti dal centro di accoglienza della stazione al presidio. Nel frattempo il sindaco, appellandosi a improbabili ragioni di carattere sanitario, vieta la somministrazione auto-organizzata di cibo e bevande (sic!), creando di fatto un reato di solidarietà (punibile penalmente), e indicando la Croce Rossa Italiana come gestore unico dell’emergenza. Nessuno sgombero quindi, ma una strategia a bassa intensità che continua a esercitare una pressione su chi ha deciso di resistere al confine. D’altra parte nessuno si è mai sognato di dare alcuna credibilità alle istituzioni italiane e le ronde poliziesche, torce e manganelli alla mano, valgono più di qualunque dichiarazione.
Il presidio permanente “No Borders” di Ventimiglia dura ormai da un mese e oggi vogliamo ribadire il senso di questo movimento, nato dall’autodeterminazione dei migranti in viaggio e supportato materialmente da tante e tanti solidali accorsi. Non accettiamo la chiusura delle frontiere, e non sarà l’apparente smilitarizzazione della linea di confine a convincerci ad andarcene, quando oggi le frontiere si trovano ovunque. Da Ventimiglia a Nizza, e addirittura fino a Marsiglia, è interdetto al passaggio di uomini e donne in viaggio, e noi siamo determinati a superare questa inaccettabile situazione.
L’autogestione in corso sul confine tra Italia e Francia è l’inizio di qualcosa di radicalmente diverso dalla politica degli stati dell’Unione europea. Al presidio europei e migranti hanno costruito uno spazio di solidarietà, complicità e lotta. Insieme cuciniamo e mangiamo, rendendo concreta la solidarietà di cui molti parlano, si diffondono informazioni e consigli, monitoriamo l’azione delle forze di polizia italiane e francesi, affermiamo apertamente e chiaramente la nostra contrarietà alla chiusura dei confini. Non ci pare che in questi gesti ci sia alcuno strumentalizzazione da parte dei solidali, ma è anzi evidente come sia il governo italiano oggi a usare i migranti sul confine per giocarsi una sporca partita sui tavoli di contrattazione dell’Unione europea.
Oggi da Ventimiglia, da questo luogo carico di contraddizioni, facciamo un appello a quanti condividono con noi la volontà di dare forza al movimento auto-organizzato dei migranti. L’invito è a venire a Ventimiglia, nodo di questa rete che giorno dopo giorno sfida la Fortezza Europa, per supportare il presidio e testimoniare quanto sta accadendo, a rilanciare l’azione politica antirazzista sui territori e a non abbassare l’attenzione su quanto accade qui come altrove. Da Lampedusa al Brennero, da Crotone a Ventimiglia e su fino a Parigi, Calais e Brighton, vogliamo provare a costruire una risposta collettiva, transnazionale alla politica della Fortezza Europa. Serve oggi un’opposizione fatta di azioni concrete, di gesti che comunicano gli uni con gli altri e si prendano, qui e ora, la libertà di muoversi in tutto il mondo.
Presidio Permanente #NoBorders
da Comune-Info