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Verona: Incendiata «La Chimica», il csoa che non piace a Tosi

Prima l’incendio, poi le ruspe e, non bastasse, anche la conferenza stampa, convocata in loco, del sindaco sceriffo di Verona, il leghista Flavio Tosi. Non c’è pace per gli attivisti del centro sociale La Chimica, sgomberato il 20 agosto su denuncia di Tosi e conseguente ordinanza della procura. Nella notte tra domenica e lunedì i «soliti ignoti» hanno appiccato il fuoco (pare con la benzina) al materiale usato per le iniziative del presidio permanente, nel giardino di fronte all’ex centro sociale. Le fiamme avevano già avviluppato uno degli alberi – erano circa le tre del mattino – quando un simpatizzante del csoa è passato per caso e ha avvertito i vigili del fuoco. Ieri mattina, mentre i pochi compagni presenti constatavano i danni, ecco apparire le ruspe e i camion mandati a demolire la struttura – un ex asilo zeppo di amianto – e, poco dopo, il sindaco in persona con codazzo di guardie del corpo, leghisti sfegatati e giornalisti, il tutto accompagnato da un buon numero di celerini. Qualcuno non ha resistito e, munitosi di uova, ha tentato il lancio fatale, subito bloccato dalla polizia. Portato in questura, il lanciatore s’è beccato l’ennesima denuncia, stavolta per «resistenza». Per un paio d’ore, mentre le ruspe lavoravano, s’è assistito ad una scena che a Verona sta diventando un «classico». Da una parte raffiche di slogan condite con genuini insulti in puro dialetto nordestino, dall’altra il sindaco sceriffo che se la ride, se la gode e rilascia dichiarazioni del tipo: «In fondo a sgomberarli gli ho fatto un piacere, dovrebbero ringraziarmi, visto che l’edificio era un pericolo per la salute». Ridono meno i dirigenti della questura, che ultimamente passano parecchio tempo a rincorrere e arginare le sceriffate di Tosi, che certo non poteva mancare alla demolizione dell’odiato centro sociale, uno dei bersagli preferiti della sua campagna elettorale.

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