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Viterbo: Giovane pestato da casapound per un post su Facebook

Di tutti i (vigliacchi) motivi di rappresaglia utilizzati da casapound e fascistume vario per mettere in atto minacce e pestaggi, questo che stiamo per raccontare è sicuramente il più vergognoso.

Paolo, 24enne di Vignanello, provincia di Viterbo, è uno degli oltre 10mila utenti che nei giorni scorsi ha condiviso questo post su facebook (“Chi mette il parmigiano sulla pasta al tonno non merita rispetto”). Un fotomontaggio, uno dei tanti, che con ironia tentava di demolire un cinico e tristissimo striscione appeso due settimane fa da militanti di casapound in cui vigliaccamente attaccavano profughi siriani in fuga dalla guerra (“Chi scappa dalla guerra abbandonando genitori, moglie e figli non merita rispetto” era l’odioso striscione appeso da CPI).

Un tentativo di rispondere con un mezzo sorriso, se vogliamo, di stendere un velo pietoso, su omuncoli così cinici da attaccare perfino chi fugge dalle bombe in cui quelle mogli, quei figli, in migliaia li hanno persi, così come le case, il lavoro, le intere città sono andate distrutte.

Ma Paolo sicuramente mai si sarebbe aspettato che il solo cliccare “condividi” su questo post avrebbe comportato per lui subire un autentico pestaggio. Così è avvenuto, infatti, nella notte tra l’11 ed il 12 febbraio scorsi quando in giro per il paese avrebbe incrociato un gruppo di militanti di casapound che riconoscendolo, probabilmente per amicizie in comune su facebook, lo hanno prima intimato di “non prendere più in giro casapound” e successivamente inseguito e pestato tra calci, pugni e cinghiate nelle loro solite dinamiche di 20 contro 1. Un atto da veri leoni.

L’intera comunità ha condannato il gesto, per fortuna anche le istituzioni locali. Un monito però va alle testate locali le quali, in ampia maggioranza, hanno scritto di “violenza politica” generica, senza dare un nome agli autori, senza parlare di violenza neo-fascista, senza specificare da quale post razzista sia nato tutto, quasi a far sembrare un banale litigio di strada finito in zuffa. Il giornalismo, per poter essere definito tale, deve dare una definizione ai fatti.

Paolo sta bene, adesso è ricoverato in ospedale in attesa di un intervento chirurgico al naso in cui ne avrà per 30 giorni circa. Siam sicuri però che a bruciare, più che i danni del pestaggio in sé, sia stata tutta la vicenda ad iniziare dai motivi, quel trattamento vigliacco subito senza possibilità di difesa. Inutile sorprendersi ancora delle dinamiche cui siamo abituati dai fascisti per le strade: 20 contro pochi, armi e lame a dar man forte, che le prede abbiamo capelli “strani” o post su facebook che non gli piacciono sono tutti buoni motivi per aggredire: fuga quando si tratta di difendersi.

A Paolo va tutta la nostra solidarietà, quell’immagine l’abbiamo postata in migliaia e ne continueremo a pubblicare per demolire i residui di fascismo mostrando al mondo di che pasta sono fatti, anche attraverso l’ironia, strumento che non gli appartiene. Anche, perché sappiamo bene che bisogna anche sapersi difendere nelle strade: i casi di Emilio mandato in coma a Cremona, piuttosto che Dax, Clément Méric, Pavlos Fyssas, barbaramente uccisi, sono ancora troppo freschi.

Soprattutto ci vediamo alla luce del sole, quando non potete nascondervi né fuggire. Continuate pure a nascondervi nella notte, da buoni topi di fogna timorosi probabilmente anche della propria ombra, sicuramente di un post su facebook.

da InfoAut

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