Nel quartiere Centocelle viene incendiato il camper dove vive la famiglia Halinovic: perdono la vita Elisabeth, Francesca e Angelica (20, 4 e 8 anni).
Fin da subito le indagini seguono l’ipotesi di un regolamento di conti tra famiglie rom, escludendo possibili moventi xenofobi e ignorando le espressioni (più o meno sottili, verbali o comportamentali) di intolleranza e ostilità; a questo proposito rimandiamo ad alcune riflessioni apparse sulla rivista Internazionale poco dopo l’accaduto
Quel che ci preme ribadire, a distanza di un anno, è la forza della solidarietà dei centri sociali, delle reti antirazziste, e della scuola Iqbal Masih e dei suoi giovanissimi alunni che hanno lasciato disegni e lettere per le loro compagne di classe che – loro sì senza ombra di intolleranza – consideravano bambine e basta, e non “bambine rom” come vennero immediatamente definite dal giornalismo mainstream.
Tra lo stesso 10 maggio e il 13 maggio furono organizzati cortei per ribadire che quelle erano “morti del quartiere”: che riguardavano non una sola famiglia, non un gruppo di “marginali”, ma la collettività intera e la sua quotidianità.