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Idomeni, la polizia investe e uccide un rifugiato curdo

Nel campo al confine greo-macedone una camionetta ha investito un signore proveniente dal Kurdistan siriano, che è morto poche ore dopo in ospedale. Numerosi rifugiati hanno assaltato il mezzo delle forze dell’ordine.

Ieri (lunedi 18 aprile) a Idomeni la mattinata non presagiva nulla di buono. Alle 5 e 30 del mattino la polizia di frontiera ha intimato ai migranti di sfollare i binari del treno dove da mesi vivono interi nuclei familiari provenienti per lo più dalla Siria. La risposta è stata netta: le famiglie non si sarebbero spostate. Per permettere l’ingresso dei tir dell’esercito sono state spostate le camionette della polizia greca che bloccano il confine. Una di queste è rimasta ferma lungo la strada parallela dei binari dove si trovano numerose tende abitate, tra cui quella di Mohammad Josef, 39 anni, un kurdo siriano che risiede nel campo con sua moglie e i suoi 4 figli.

Alle 15, Mohammad stava montando un telo per proteggere la “casa” dal sole cocente, che nelle ore pomeridiane diventa insostenibile. Stando a quanto raccontato dai testimoni, tra cui i famigliari, Mohammed è svenuto cadendo a pochi centimetri dalla camionetta della polizia che in quel momento stava facendo manovra. È stato colpito dalla ruota posteriore riportando una gravissima ferita alla testa. I medici di MsF sono intervenuti per rianimarlo ed è stata chiamata l’ambulanza. Nel frattempo, un gruppo numeroso di rifugiati, agitati dall’evento, si è concentrato di fronte alla polizia di frontiera greca e davanti alla tenda di MsF, urlando e componendo un cordone per far passare la barella tra la folla. Dopo pochi minuti è stata portata dai medici anche la moglie di Mohammad, in seguito ad uno svenimento. Subito dopo l’arrivo dell’ambulanza, i rifugiati hanno raccolto sassi e bastoni e hanno assaltato la camionetta della polizia che aveva investito Mohammed e che ancora sostava davanti alla sua tenda.

La polizia antisommossa, munita di maschere antigas ha cominciato a lanciare granate assordanti e fumogeni per contenere la rivolta. Dopo circa venti minuti di scontri, gli stessi abitanti del campo hanno riportato la calma, calmando le persone più arrabbiate: i disordini stavano avvenendo proprio nel mezzo del campo dove risiedono le famiglie e il rischio era quello di emulare gli scontri della scorsa domenica, finiti con l”incendio di numerose tende a causa dei lacrimogeni lanciati dalla polizia macedone.

La folla si è diramata ed ognuno è tornato alle proprie attività quotidiane. La polizia, dopo aver interdetto la zona dell’incidente è rimasta schierata per quasi 2 ore fino all’arrivo del carro da rimorchio.

Mohammed è morto poche ore dopo nell’ospedale di Policastro. Davanti alla sua tenda rimane un nastro segnaletico.

da DinamoPress