Le forze di polizia caricano il corteo organizzato dalla rete campana ‘No global’ che sta contestando il Global Forum nella sua giornata conclusiva.
In Piazza Municipio mentre diverse centinaia di persone protette da scudi ed da una pannocchia gigante provavano a sfondare in Via Leoncavallo, la polizia ed i carabinieri, guidati dall’allora Questore Nicola Izzo, chiusero completamente la piazza e caricarono da tutti e quattro i lati. Una vera e propria tonnara dentro la quale centinaia di persone ci rimisero ferite, punti di sutura, ed 83 furono invece arrestati.
La storia ci dice che nella Caserma “Raniero”, caserma dei carabinieri nei pressi di Piazza Carlo III, venne predisposta la “camera delle torture”. I feriti vennero prelevati dagli ospedali dove erano giunti dopo le cariche. Senza alcun motivo vennero sottratti alle cure mediche e vennero condotti nella Caserma Raniero, dove subirono per ore insulti, sputi, percosse, vessazioni di ogni tipo.
Il questore Izzo fu sommerso di polemiche, ma se la cavo’…ando’ via solo due anni dopo per essere promosso.
La storia ci dice che due anni più tardi, quando scattarono i primi provvedimenti della magistratura che mise sotto accusa 21 poliziotti, ci fu un episodio singolare mai avvenuto nella storia della Repubblica. I poliziotti uscirono dalla Questura di Napoli e formarono una catena umana in solidarieta’ con i loro colleghi. Un fatto del tutto anomalo che all’epoca segno’ una frattura tra Procura e Questura. Appariva inaccettabile che chi “aveva eseguito gli ordini” venisse arrestato mentre la straordinaria solidarietà sociale che aveva accompagnato in quei giorni la rete no global sembrava preservarla dalla macchina repressiva (ma poi non sarebbe stato così…). I codici apparivano ribaltati: bisognava difendere i “colleghi”.Quei colleghi accusati dal pm Marco Del Gauido anche di sequestro di persona. Colleghi come Fabio Ciccimarra la cui richiesta di condanna del pm Del Gauido e’ di 2 anni e 8 mesi, proprio quel Ciccimarra presente alla scuola Diaz, quel Ciccimarra coinvolto nelle inchieste del G8 ed uscito indenne per la prescrizione del reato.
Sara’ un caso. Cosi’ come un caso, unico e rarissimo fu il comportamento dell’allora capo della Digos della Questura di Napoli Paolo Tarantino. Il dirigente del quinto piano di Via Medina consegno’ gli ordini di servizio ai giudici che indagavano sulle violenza alla caserma Raniero. Un atto inqualificabile per chi pensa di vivere nell’impunità, per uno stato che non processa mai se stesso. Paolo Tarantino il giorno dopo i fermi dei poliziotti fu immediatamente trasferito a dirigere il commissariato di Pomigliano d’Arco. Sbattuto fuori perche’ non aveva “coperto” i massacratori.
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