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Antirazzisti a Pontida, il Sindaco “chiude la città” con un’ordinanza.

pontidaUna delibera ufficiale del Comune di Pontida ha imposto, per il 22 aprile, una vera e propria serrata alla città: chiusura delle scuole, dei negozi, degli uffici, del traffico. Un coprifuoco in piena regola per limitare i danni del “vandalismo” che dovrebbero arrivare insieme al Festival Antirazzista che decine e decine di artisti, scrittori, musicisti, centri sociali, comitati ambientalisti, realtà di base, studenti stanno organizzando per quel giorno. «La situazione costituisce motivo di grave pregiudizio per l’incolumità pubblica e per la sicurezza urbana in genere, in quanto favorisce l’insorgere potenziale di episodi criminosi, quali fenomeni di insicurezza urbana, di vandalismo e di turbativa della quiete pubblica» si legge nel testo dell’ordinanza.

È davvero curioso, quanto estremamente fastidioso, il modo in cui la giunta leghista del Sindaco Carozzi interpreta la propria funzione istituzionale, che dovrebbe essere ispirata – se non alla civiltà e al buon senso – almeno al dettato costituzionale. È curioso, cioè, che un concerto in piazza per promuovere gli ideali della solidarietà e del rifiuto del razzismo sia bollato – con tanto di delibera – come invasione quasi terroristica, che mette a repentaglio la sicurezza del territorio. Noi a Pontida stiamo organizzando una grande festa, un evento culturale che non ha precedenti e che è completamente gratuito: in che senso, ci chiediamo, l’antirazzismo è una minaccia per l’incolumità di Pontida? Non dovrebbe essere uno dei valori fondamentali con cui un’istituzione democratica orienta la propria azione politica? Perché per il nostro festival c’è uno stato d’allerta e invece, senza nessuna minaccia altisonante, da decenni viene consentito il regolare svolgimento delle manifestazioni pubbliche della Lega Nord? Pontida è forse proprietà di un partito politico?

Se non è così, non sappiamo come spiegarci perché un’istituzione eletta utilizzi due pesi e due misure in maniera così eclatante, sostanzialmente trasformando il proprio territorio in una città fantasma e creando un clima di allarme che disincentivi il diritto della popolazione locale di informarsi e fruire in serenità di una proposta culturale e politica seria e di qualità.

Sarà che ormai viviamo in un paese alla rovescia, dove diritto di espressione significa consentire istigazione ai crimini di matrice razziale e promozione di eventi – come il 25 aprile di Verona, lanciato proprio dal leader della Lega Nord – in cui la giustizia sommaria, armata, diventa prioritaria rispetto a quella che tutela le garanzie ed i diritti. Sarà così, ma per noi minacciano i territori in cui viviamo le persone che promuovono parole di odio e di emarginazione, di rifiuto del diverso, acclamando alle ronde punitive verso i segmenti più deboli della popolazione. Minacciano i territori le realtà politiche che hanno consentito le speculazioni che hanno devastato il nostro ecosistema, da Nord a Sud, dalla Val di Susa agli ecomostri dei rifiuti campani, dalla laguna di Venezia invasa dalle Grandi Navi agli ulivi pugliesi minacciati dal gasdotto transatlantico.

La Lega – che oggi Salvini prova a riverniciare e promuovere come il nuovo (nazionalismo) che avanza – da vent’anni occupa posti chiave del governo del paese ed è responsabile delle politiche di impoverimento e morte portate avanti prima dai Governi Berlusconi e poi dalle innumerevoli esperienze di amministrazione regionale e locale, sempre macchiate da maxi-scandali che vanno dalla corruzione, all’appropriazione di denaro pubblico alla comprovata relazione con la criminalità organizzata.

Ma al Sindaco di Pontida e alla sua giunta tutto questo sembra poca roba: meglio invece, con l’ennesimo processo sommario, definire in una delibera pubblica criminali e teppisti i tanti che animano esperienze di solidarietà e mutualismo, opponendosi alla barbare che avanza nel nostro paese. Dalle scuole di italiano per migranti, ai laboratori di sport popolare alle associazioni delle mamme della Terra dei Fuochi ai comitati che lottano contro la guerra, contro i presidi militari imposti dalla Nato sul nostro territorio, contro la discriminazione xenofoba o omofoba ai tantissimi artisti che hanno aderito a titolo gratuito: basta guardare l’elenco dei firmatari del Festival Antirazzista di Pontida per capire quanto sia pericoloso e preoccupante un atto come quello portato avanti dal Sindaco Carozzi.

Se questo gesto serve ad intimidire le persone che spontaneamente si stanno organizzando per partecipare, sappiano che non servirà a nulla: il 22 noi saremo lì con la nostra musica, le nostre parole, le nostre idee, il racconto delle nostre esperienze. Possono chiudere negozi e uffici: non possono chiudere le orecchie ai tantissimi che non ne possono più di ascoltare solo proclami di odio a reti unificate!

Festival dell’Orgoglio Antirazzista e Migrante

da GlobalProject